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Servizio di Enzo Paudice @riproduzione riservata
Ho visto recentemente al cinema il film dedicato ai Queen, Bohemian Rhapsody. Tranquilli alcuna allerta Spoiler, sebbene non creda ledere alcuno nel rilevarvi che l’assassino non è il maggiordomo. Lo confesso, sono molto reticente sui film incentrati sulla vita di uno o più musicisti. A scandire la storia sono spesso gli stessi temi: rapporti conflittuali con i padri, amori tormentati, infanzia infelice ecc. ecc., senza contare il fatto che spesso in tali film i personaggi sono eccessivamente mitizzati. Non insistendo particolarmente su tali tema, il film risulta in realtà alquanto piacevole. Inoltre, ho trovato un riscontro su un’idea che ho sempre avuto a proposito dei Queen: per quanto Freddie Mercury avesse una voce ed un carisma fuori dal comune, ho sempre pensato che il loro successo fosse dipeso dalla somma dei valori dei componenti e non dalle qualità del singolo. Certo, Freddie aveva quei colpi da vero genio, come accade proprio nel caso della realizzazione di
Bohemian Rhapsody. L’idea d’inserire una passaggio d’opera al suo interno è infatti da attribuire, come confermato da Bryan May, al cantante zanzibarino. Tuttavia, ho sempre ritenuto che senza Brian May, Roger Taylor e John Deacon, che non solo hanno creduto e supportato l’idea di Mercury, ma avevano tutte le capacità musicali per aprire una nuova stagione per la musica rock, difficilmente la canzone avrebbe visto la luce.
Eccoci allora alla Fiorentina e alla splendida vittoria di ieri a San Siro contro il Milan di Gattuso. È facile individuare a chi vada attribuire il colpo di genio. Per precisione, forza e rapidità d’esecuzione, il gol di ieri di Federico Chiesa è infatti da quelli da ascrivere nel manuale del calcio. Nemmeno il tempo di comprendere le sue reali intenzioni, che ci siamo trovati a saltare dal divano, pronti a gustarci una vittoria fino ad allora inaspettata (al netto, la Fiorentina non aveva mai calciato nello specchio della porta). Un colpo di genio per l’appunto. Ma il plauso va fatto alla squadra. Perché ieri, nelle mille difficoltà e in un gioco che ancora non trova la sua fluidità, la squadra ci ha creduto, ha lottato per poter portare a casa tre punti d’oro. E poco importa se la squadra di Pioli ha fatto un solo tiro in porta. Dal primo al 94 minuto ho visto una squadra che ci credeva, determinata e attenta a non cedere all’avversario, pronta a supportare il colpo di genio di quello che oggi è sicuramente il suo fuoriclasse.
Stay Rock and Forza Viola
DA13
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