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Servizio di Maurizio Longhi – Vice Direttore FBW @riproduzione riservata
Uno con la sua professionalità e la sua umiltà, se si rende conto di non averne più, sa quando appendere le scarpette al chiodo. La sua forma mentis gli vieta di andare a svernare da qualche parte, guardandolo in campo, è la dimostrazione che si può avere ancora tanta fame di gol anche alla soglia dei quaranta anni. Dino Fava Passaro è un fiume in piena, quando lo scorso anno, a campionato in corso, ne è stato annunciato l’ingaggio, il popolo dei social si è scatenato. A fine anno, tutti speravano nella sua riconferma e sono stati accontentati, perché quando si ha in squadra uno come lui, meglio non lasciarselo scappare.
Nella sua carriera, è arrivato in alto, dove sognano di arrivare tanti ragazzi con cui condivide lo spogliatoio. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, può essere certo di un aspetto: se ha calcato i palcoscenici più prestigiosi del nostro campionato lo deve alla sua umiltà. E non andava al San Siro, all’Olimpico, al Marassi per fare la comparsa, tutt’altro, non è un caso che, in quegli anni, ci volevano un bel po’ di fantamiliardi per assicurarselo all’asta del fantacalcio. Se il Portici, lo scorso anno, ha conquistato l’obiettivo play off, deve ringraziare anche lui che è stato decisivo nelle partite cruciali, pensiamo a quella di Ercolano e di Sant’Anastasia e fu lui a procurarsi il rigore a San Giorgio. Ecco perché non bisognava lasciarselo scappare, ha un fisico così asciutto che gli permette di giocare senza contare i minuti, non c’è bisogno che si metta a dosare le energie quando la voglia di bucare le reti si fa preferire al riposo.
Nell’amichevole contro il Villa Literno, in un terreno gibboso come quello del “San Ciro”, è andato in gol due volte sfruttando al massimo le invenzioni di Tommaso Manzo, come se parlassero la stessa lingua. È stato schierato dal primo minuto al centro dell’attacco e la sua prestazione ha lasciato sicuramente soddisfatto mister Borrelli, con cui ha un grande feeling, un rapporto di amicizia molto solido e di reciproca stima. Se non provocasse disagi per la vita quotidiana, potrebbe tranquillamente prendere la carta d’identità e stracciarla, chi vuole arrivare in alto, farebbe bene a prendere esempio da uno come Dino Fava che non ha bisogno dei riflettori, delle vetrine ma solo di mettersi al servizio di un gruppo ambizioso. Si sente sempre la necessità di poter contare su un leader o più di uno, e lui ne è la figura ideale, autorevole, umile e carismatico, nonché ancora affamato. “Non ho l’età”, è solo una canzone che vinse il Festival di Sanremo, lui ha l’età giusta per vivere ancora le emozioni di un gol, quella dura legge di cui conosce ogni codice.
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