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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata
Il Benevento era stato sempre oggetto di ironie da parte di tifosi di squadre rivali (soprattutto campane) per non aver mai disputato un campionato di serie B. “I mai stati lì”, venivano definiti i giallorossi, che per anni avevano sempre provato l’assalto alla cadetteria senza mai riuscirci. Come succede nelle migliori favole, è bastato arrivare un anno solo tra i cadetti per lasciarli immediatamente. Retrocessione? Ma anche no, come si direbbe adesso, c’è l’impresa: promozione in serie A. Una favola, era arrivato il riscatto dopo anni di umiliazioni, “ora guardateci le spalle”, potevano pavoneggiarsi i tifosi della Strega. Si sapeva che nella massima serie sarebbe stato tutto complicato, ci si chiedeva quando sarebbe arrivato il primo punto, se fosse arrivato in casa sarebbe stata festa grande. Dopo la sconfitta alla prima giornata, arriva il debutto in casa contro il Bologna. I felsinei erano avanti quando, nei minuti di recupero, Lucioni segna il gol del pari. Se ne cade il “Ciro Vigorito”, tifosi impazziti di gioia, giocatori irrefrenabili consapevoli di quanto fosse un momento storico.
Alt, fermi tutti! E’ stato introdotto lo strumento tecnologico, il Var, che ravvisa un fuorigioco, il gol è da annullare. Che beffa, un momento di romanticismo viene spezzato sul più bello dalla cinica tecnologia, proprio senza cuore. il Benevento cade in un limbo, non vince mai e non pareggia neanche, le perde tutte. Le avversarie giocano con il pallottoliere, il Benevento viene annichilito dalle avversarie, evidentemente non si era pronti per il doppio salto dalla C alla A. Però, almeno il primo punto va conquistato, e ormai siamo arrivati alla 15esima giornata. Al “Vigorito” è ospite il blasonato Milan con qualche acciacco di troppo, lontani i tempi in cui i rossoneri dominavano ovunque, sia in campo nazionale che europeo. Gattuso si è appena insediato sulla panchina di quella squadra di cui era stato una icona da calciatore, ci tiene a partire con il piede giusto. Bonaventura porta in vantaggio gli ospiti, tutto secondo copione. Il gol di Puscas, però, dà l’illusione che possa essere finalmente un pomeriggio diverso dal solito, ma la rete di Kalinic riporta i sanniti alla realtà, anche il Milan si appresta a violare la terra campana.
Nulla da fare, ma quando arriverà il primo punto? Manca un minuto al triplice fischio dell’arbitro, c’è un calcio piazzato nella trequarti rossonera, Cataldi sul pallone, tanta ressa in area di rigore, una lotta greco-romana. È l’ultima azione. Palla in mezzo e, all’improvviso, svetta più in alto di tutti il portiere Brignoli. Gol! 2-2, è vero, tutto vero, serviva il portiere per conquistare il primo punto in serie A. Var stai buono stavolta, è un gol storico e lo segna chi porta i guantoni. La magia del calcio, non importa che la squadra sia già con un piede e mezzo in serie B, l’importante è aver vissuto quell’emozione impareggiabile e nella maniera più assurda. Anche in un momento di crisi, può emergere il lato più bello del calcio, il portiere che si trasforma in bomber e manda in estasi un popolo intero. Brignoli che, con una stoccata di testa da centravanti di razza, giustizia Donnarumma, il portiere della Nazionale il cui cartellino vale una sessantina di milioni. Anche lui resta impotente e inebetito di fronte a quel colpo imparabile, Brignoli ci aveva creduto, pensava sul serio di poter essere decisivo e lo era stato.
Tanta amarezza per Gattuso che si aspettava un debutto diverso, già pregustava il sapore di un esordio vincente anche con una prestazione poco convincente, prima che Brignoli si ergesse a protagonista. Via i guantoni, non servono più, c’è da scrivere una pagina di storia, nel calcio succede l’impensabile, l’inimmaginabile. Chi avrebbe mai pensato che potesse essere il portiere a segnare il primo del Benevento in serie A? Basta un attimo, anche l’ultimo, quello che precede la fine, per trasformare una Cenerentola in una realtà capace di far parlare di sé per una emozione che ricorda un calcio d’altri tempi. Un gol può anche non cambiare il destino di una stagione, ma può darle un senso regalando un fotogramma da incorniciare ed esporlo nella sede ufficiale del club. Un fotogramma che, pur contestualizzato in una situazione di classifica quasi compromessa, ricorda una cosa precisa: nulla è impossibile.
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