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Si è giocata ieri, il 3 agosto 2020 al Super Santos Village di Portici, la finale del primo memorial dedicato a Luca Alvieri. A partita finita, il campo si è riempito di ragazzi, tutti amici di Luca, c’erano tanti sorrisi e Alfredo, il papà, ha indicato la gigantografia del figlio sorridente, esclamando: “Guardate come si sta divertendo anche lui”. Eh sì, del resto quando si dice e si scrive che Luca vive, non sono parole di circostanza, è la verità, perché ieri Luca era più presente che mai, anche nelle fasi più concitate della finale, del resto lui voleva sicuramente una gara vera, come lo è stata. Infatti, si è chiusa ai rigori dopo uno scoppiettante 3-3 tra la XPerSempreLuca e la Luca22.
La prima, in maglia bianca, passava in vantaggio dopo un equilibrio durato per più di metà del primo tempo, poi subito dopo arrivava il pareggio della Luca22 in casacca arancione. Primo tempo di intensità, agonismo e perfetta parità in campo, mentre nella ripresa la Luca22 sembrava aver preso il sopravvento portandosi sul 3-1. Il doppio vantaggio, probabilmente, provocava un calo di tensione nei ragazzi in casacca arancione che incassavano subito il gol per la veemente reazione dei bianchi. Sul 3-2 l’agonismo si era moltiplicato con una squadra che voleva chiuderla e l’altra protesa per impattarla. È stata premiata la caparbietà dei bianchi con il gol del 3-3, gli animi si sono anche surriscaldati, come succede ad ogni finale, d’altronde il calcio è lo stesso ad ogni latitudine e a prescindere dalla posta in palio.
L’importante è che alla fine prevalga il buonsenso, soprattutto quando si gioca ricordando un amico speciale. Ai rigori l’hanno spuntata gli arancioni della Luca22, squadra che rappresenta Luca sia con il nome di battesimo che con il numero preferito, quello di Kakà, l’idolo della squadra per cui ha sempre tifato, quel rossonero che anche ieri non mancava. Gli organizzatori hanno pensato a tutto, anche ai minimi dettagli, consegnando medaglie commemorative sorrette da un drappeggio rossonero. Oltre all’incisione, sulla quale c’è scritto “Grazie di aver partecipato, datemi un pallone e farò Goal – Luca Alvieri”, è proprio il rossonero a renderle esclusive. Ci ha pensato Adele, la mamma di Luca, per sua espressa volontà, a mettere le medaglie intorno al collo dei partecipanti, momenti di grande commozione ma non di tristezza perché non si può essere tristi quando si sente la presenza di una persona anche se non la si vede.
Luca amava le favole del calcio, come quella del Crotone che tre anni fa si salvò incredibilmente (ma lui alla Play Station lo portava in Champions). La squadra pitagorica era allenata da Davide Nicola, che ne ha appena salvata un’altra, il Genoa, di cui è stato anche giocatore. A salvezza ottenuta, il tecnico piemontese ha esultato guardando la curva vuota e portando le braccia al cielo come a sorreggere qualcuno. Quella scena l’aveva raffigurata sulla maglia, ritraeva lo stesso Nicola che da calciatore del Genoa, sotto la curva del Ferraris, sollevava tra le braccia il figlio Alessandro, che ora non c’è più, volato via a 14 anni. Dopo una estenuante salvezza ottenuta all’ultima giornata, mister Nicola voleva rivivere la stessa scena a distanza di anni, con il sorriso sulle labbra, tenendo tra le sue braccia non più il corpo, bensì l’anima di suo figlio.
“Ho bisogno di emozioni forti”, sostiene Nicola, è il modo migliore per affrontare un immenso dolore, trasformandolo in una emozione, come quella di un gol o come quella che si impadronisce del proprio animo vedendo tanti giovani, in una calda sera d’agosto, riunirsi per Luca. Erano tutti lì, perché Luca lo meritava, un bagno di folla come all’inaugurazione, una forte emozione per tutta la famiglia, che per l’ennesima volta si è resa conto di quanto fosse speciale quel ragazzo dal cuore rossonero, che amava il 22 e la parte romantica del calcio. Succede solo ai sognatori e ai puri di cuore. Sei e resterai sempre il nostro Luca. Come te nessuno mai.

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