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Reduce dal macigno dei supplementari olandesi, Madama ha dominato per una mezz’ora buona, creando e sprecando a man salva. Thiago si era impiccato a Koop, rinunciando a Thuram. Dentro, subito, Vlahovic e Yildiz: guarda un po’. Locatelli, che Nicola abbandona colpevolmente a sé stesso, domina, libero, il fraseggio. Madama fa quello che vuole. Aggressiva. Autoritaria. A segno già al 12’ con il serbo, che si mangia Mina (vagante), scarta Caprile e infila, alla Sivori, con uno di quei tiri che non «finivano» mai, da posizione defilata.
Accusano il colpo, i sardi. Il cui portiere, però, decide di non arrendersi e, per questo, risulterà l’hombre del partido. Caprile salva due volte su Yildiz, smarcato da Di Gregorio e Vlahovic, e una su Conceiçao, che poi, ciccando un cross di Koop, lo grazia. Per una notte, spari a parte, tutto o quasi come da lavagna.
Se da un primo tempo così ricavi la miseria di un golletto, non è detto che il destino gradisca. E infatti si era impermalosito. Le staffette di Nicola (Luvumbo, in particolare: a sinistra, non a destra) spingevano la squadra. La Goeba rinculava, anche per via dei cambi di Motta che, tra infortuni e sfinimenti, lasciavano il centrocampo agli avversari (Loca fuori, uhm). Ma, va detto, zero parate di Di Gregorio. E, in contropiede, un rigore (di Luperto) sfilato a Vlahovic e un altro paio di occasioni sciupate per eccesso di «masturbatio grillorum». Clamorosamente, alla distanza, Vlahovic «più» Kolo. Proprio «stranino», come dicevano a Bologna, il Cipressone.
ROBERTO BECCANTINI
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