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Spettacolo allo stadio “Marassi” di Genova, in stile inglese, con la solita parentesi italiana. Ovviamente negativa. Il secondo tempo è iniziato da nove minuti. Morganella, terzino destro del Palermo, scaglia un violento tiro verso la porta blucerchiata, difesa da Viviano. La palla colpisce la traversa interna, poi torna in campo a gran velocità. Nessuno se ne accorge, anche tra gli stessi palermitani. La sfera ha oltrepassato la linea bianca. Sarebbe gol. Invece il gioco prosegue. Solita storia. Il presidente Tavecchio ha dato il via libera all’utilizzo della “goal line technology”. Ormai è indispensabile, per evitare errori simili. Questioni da moviola a parte, le due squadre si affrontano a viso aperto e con grande agonismo. I ritmi sono alti, insoliti per la maggior parte delle partite della massima serie. Il tasso tecnico non è elevatissimo, ma ci sono calciatori in grado di creare occasioni importanti. Per i doriani, sugli scudi il brasiliano Eder e il centrocampista Bruno Soriano. Per il Palermo, tutte le azioni e le manovre d’attacco passano per i piedi di Vazquez e Dybala. Nel primo tempo, però, meglio gli uomini di Siniša Mihajlović, che trovano il vantaggio dopo cinque minuti. Coinvolto l’intero reparto offensivo. Bergessio gioca di sponda per Soriano, che verticalizza per Eder. Il brasiliano, con un movimento in diagonale, si libera dalla marcatura dei centrali del Palermo. E porta in vantaggio la Sampdoria, con un destro angolato che buca la porta di Sorrentino. A metà del primo tempo, il difensore doriano Silvestre ha la possibilità di raddoppiare. Punizione di Obiang, e colossale dormita della difesa di Iachini. Il centrale blucerchiato non fa gol per mestiere, e grazia Sorrentino con una conclusione debole e imprecisa. Dopo una ventina di minuti, è ancora Silvestre a avere, stavolta sulla testa, l’occasione di segnare la seconda rete, ancora sugli sviluppi di un calcio piazzato di Duncan. Ma il punteggio rimane sull’uno a zero. Il Palermo, intanto, prova a fare possesso palla e attacca molto sul suo lato sinistro con le incursioni di Lazaar. Ma non crea particolari pericoli. Nella ripresa, si accendono le stelle di Zamparini. Il primo a suonare la carica è Franco Vazquez. Barreto, uno dei migliori in campo, si invola verso il limite dell’area avversario. Poi scarica su Vazquez, che di destro, non proprio il suo piede, trova una conclusione forte e angolata. L’equilibrio della partita cambia. Sale in cattedra anche Paolo Dybala, presente e futuro oggetto del desiderio degli squadroni europei. Pescato sugli sviluppi di quella che sembra un’innocua punizione a centrocampo, lascia partire un sinistro delizioso che si stampa sulla traversa. Una giocata da applausi. Poi l’episodio incriminato. I rosanero attaccano. Vogliono i tre punti. Mihajlović corre ai ripari, inserendo Okaka al posto di uno stanco Bergessio. Ma è ancora Vazquez a rendersi pericoloso, stavolta con un fendente partito dal suo piede caldo, il sinistro. I tifosi di casa capiscono il momento di sofferenza della loro squadra, e urlano “Doria, Doria”. L’ultimo a posare le armi è sempre Bruno Soriano, che, al ventiquattresimo, ruba palla al limite dell’area e tira forte. Sorrentino respinge e manda a quel paese almeno metà dei suoi compagni. È l’ultimo squillo dell’incontro. Sampdoria-Palermo è stata una bella partita, finita in parità. Giusto così, per il numero di occasioni.
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