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Uno dei nemici più insidiosi per la Salernitana, in questo finale di stagione, sarà l’apprensione che da sempre accompagna le prestazioni di chi è costretto a muovere la classifica e a non poter più lasciare punti per strada. Saranno quindici giornate di autentica passione, durante le quali sul percorso che conduce alla sospirata sopravvivenza si materializzeranno anche difficoltà di ordine psicologico, oltre a quelle procurate dalla caratura tecnica delle squadre da affrontare e sconfiggere. E l’incidenza di questo invisibile nemico in più ha già fatto avvertire la sua molesta presenza nella gara di ieri contro l’ostico Crotone di mister Juric. Match che la Salernitana avrebbe meritato ampiamente di vincere e che invece, un pò per sfortuna, un pò per la giornata di grazia di Cordaz e soprattutto per l’ansia di dover far gol, è stato archiviato con un punticino che migliora solo impercettibilmente la classifica deficitaria. Menichini ed il suo gruppo non hanno nulla da rimproverarsi, hanno dato tutto quello che avevano, riuscendo a concretizzare sul campo quanto provato a lungo durante la settimana. E’ mancato solo il cinismo nel momento in cui bisognava capitalizzare una superiorità di gioco registrata per lunghi tratti dell’incontro. Contro un avversario che, pur non snobbando l’impegno, ha fatto fatica a contenere la volontà di successo gettata in campo da Moro e compagni. Bisogna ripartire da questa intensità agonistica ed atletica, dalla capacità del gruppo di gettare il cuore oltre l’ostacolo e non rassegnarsi ad un verdetto scritto da altri ma non ancora validato dal campionato. Quindici partite non sono tantissime, ma neanche poche; la classifica è severa, genera ansie e timori, però ancora concede spiragli entro cui infilarsi per raggiungere posizioni più consone al valore della squadra e alla passione della tifoseria granata. Archiviata la pessima prestazione di Terni, e con essa un ‘3-1-4-2′ poco menichiniano e molto ‘cicala’, i padroni di casa si presentano sul prato dell’Arechi con un ‘4.4-2′ robusto, equilibrato, energico, dinamico e provvisto della necessaria qualità per produrre una proposta offensiva in grado di mettere in difficoltà la retroguardia pitagorica. Un ‘4-4-2′ facilmente assimilabile, nella sua esigenza di attaccare e difendere tutti insieme, e dipanato prestando massima attenzione ai riferimenti avversari. La squadra, catechizzata a dovere in settimana, sa bene cosa fare quando è lei a menar le danze, così come ha ben chiaro il lavoro di gruppo da svolgere per limitare una delle proposte offensive più vivaci ed imprevedibili del torneo cadetto. Ogni calciatore granata ha un dirimpettaio da contenere e da attaccare a seconda delle fasi di gioco, compiti tattici ben definiti, porzioni di campo da presidiare oppure aggredire. Il momento psicologico è delicato, il tecnico lo sa e chiede abnegazione, generosità, impeto, disciplina tattica e la giusta dose di coraggio ed intraprendenza. Lasciando così scarsi margini alla possibilità di ricorrere alla corretta e tempestiva lettura tattica individuale. In un momento in cui la tensione rende anchilosati i muscoli e rischia di intaccare la prontezza interpretativa dei protagonisti, la scelta di puntare tutto sul cuore, l’orgoglio e la determinazione, nonchè di agire sulla semplicità del copione tattico e limitare al minimo indispensabile l’onere di effettuare la scelta giusta in una frazione di secondo, rispecchia più fedelmente il pragmatismo calcistico del trainer di Ponsacco. Ed il risultato di questa necessaria metamorfosi, rispetto alla gara di Terni, si è visto immediatamente, con i dieci calciatori di movimento che hanno giocato collettivamente, retto le sorti della squadra adagiandola sulla base più rassicurante di un lavoro di gruppo. Limitando così, in positivo e in negativo, l’incidenza del singolo sullo sviluppo degli interi novanta minuti. Squadra granata assatanata, aggressiva, applicata, mai doma, reattiva e sempre protesa alla ricerca di un’immediata verticalizzazione, da effettuare con impeto ed essenzialità.Pochi ghirigori tecnici, copione strategico ridotto all’osso e, soprattutto, tanto spazio al desiderio di vincere e di regalare alla propria tifoseria una prova di attaccamento ed un impegno a dare il massimo da qui al termine della stagione. Il tutto si è tradotto con discreta ed inattesa continuità, sin dalle primissime battute di gioco, con la squadra granata che ha dimostrato in fretta di sapere come attaccare, ed allo stesso tempo inibire offensivamente i calciatori ospiti. Pugnace e coriacea la difesa, sempre solida e precisa con la prestanza dei suoi due difensori centrali (Bernardini e Bagadur), ma anche attenta a tamponare e ripartire con gli esterni (Ceccarelli e Franco). Un reparto che ha concesso quasi nulla alla temibile truppa di Juric, ammansendo in fretta l’ariete Budimir, che oltre ad essere un ottimo finalizzatore rappresenta anche l’elemento a cui è affidato il compito di far salire e distendere la squadra in tutta la sua pericolosità. Davvero impressionante l’esordio del giovane Bagadur, il quale ha giocato con la personalità di un veterano, esibendo forza fisica, reattività, tempismo ed anche tanta personalità, come in occasione dello splendido lancio di cinquanta metri che ha pescato un compagno libero sulla fascia opposta. Tambureggiante, puntuale e sempre insidioso anche il laterale destro Ceccarelli, il quale è stato sin da subito una sorta di uomo in più, insieme al quartetto avanzato, su cui fondare il progetto offensivo in grado di scardinare la retroguardia calabrese. L’ex bolognese, personalità da vendere, lucidità tattica e tanta gamba, ha spinto notevolmente, sfruttando a dovere i tagli al centro dell’esterno (Gatto) che agiva sulla sua corsia in posizione avanzata.Gli è mancata a volte la lucidità necessaria nella rifinitura e nel cross finale, ma la sua presenza si è avvertita ed ha rappresentato un problema difensivo in più per i pitagorici. Come accennato alla vigilia del match, durante la quale ci eravamo augurati di vedere sul prato verde i centrocampisti esprimersi secondo le proprie caratteristiche, Moro ed Odjer, svestiti gli improbabili panni di mezz’ali di qualità, hanno agito da mediani interditori davanti alla difesa, assicurando temperamento, dinamismo ed equilibrio tattico, soprattutto quando si trattava di ricompattare la squadra una volta sfumata l’azione offensiva. Il loro compito era quello di isolare i dirimpettai calabresi dai loro attaccanti, aggredendoli non appena cercavano di accorciare sul reparto avanzato. Ma il ”biondo” ed il ”moro” hanno anche giocato tanti palloni, cercando di liberarsi dell’attrezzo attraverso i canonici due tocchi. Per eludere il pressing dei rossoblu ed attivare immediatamente sulla trequarti il quartetto avanzato, quest’ultimo in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa del torneo cadetto. Ed il piano calcistico, studiato meticolosamente alla vigilia, ha trovato tante risposte positive sul terreno di gioco. Gli attaccanti centrali si sono mossi sempre con lucidità, lavorando di reparto e mai pestandosi i piedi, dividendo le attenzioni difensive altrui, venendo incontro al pallone ed attaccando la profondità, ma anche aggredendo a turno lo spazio laterale per allargare la difesa a tre crotonese.Tutto molto bene, compreso il sacrificio difensivo teso a contrastare l’uscita palla al piede di uno dei tre centrali difensivi di Juric. A venir meno sono stati i momenti che valorizzano e sublimano la grossa mole di gioco prodotta:i gol. Quelle reti che, probabilmente, avesse la squadra avvertito meno il peso di dover passare all’incasso, sarebbero arrivate ad impreziosire ancor di più una prestazione decisamente convincente. Buona anche la prova dei due esterni di centrocampo, bravi a garantire al tecnico qualità e quantità. Non sono stati sempre continui, sul piano del rendimento, nell’arco dei novanti minuti, ma hanno sempre garantito presenza ed incisività nella trequarti avversaria e contribuito in maniera ammirevole ad elevare il tasso collettivo di disciplina tattica. Essi, infatti, si sono accentrati per dividere il peso dell’attacco con le punte centrali e liberare le fasce per gli inserimenti degli esterni difensivi, ma non hanno mai rinunciato ai tentativi (spesso riuscendoci) di saltare l’avversario e proporsi in zona tiro. Un lavoro in fase offensiva che, però, non ha mai sottratto attenzione mentale e disciplina tattica ad un impegno in chiave conservativa altrettanto importante. Con i due ragazzi sempre puntuali nel garantire due linee a quattro in fase di non possesso, diagonali al centro per compattare la mediana – soprattutto nei frangenti in cui un centrale difensivo rossoblu si sganciava per creare superiorità numerica – e in alcuni casi, abbassandosi per fare densità, addirittura una linea a cinque di difesa. Un unico, evidente errore, peraltro costato il gol del vantaggio crotonese di Stoian, quando Gatto, stremato da una serie di allunghi e strappi offensivi effettuati nei minuti precedenti, non è riuscito a scalare tempestivamente sulla linea difensiva e ad impedire al rumeno di calciare indisturbato sul secondo palo. Una gara, pertanto, che ha saputo fornire le giuste risposte sul piano tecnico-tattico ma anche dal punto di vista mentale e temperamentale. Certo, c’è ancora tanto da migliorare, soprattutto per quel che concerne una serie di dettagli che alla fine rischiano di incidere sul risultato finale (una gestione delle risorse atletiche più oculata da parte di qualche elemento che fatica a mantenere la prestazione intensa per un match intero; qualche eccesso di sicurezza in meno nella gestione del pallone nella zona nevralgica del campo; la capacità degli attaccanti di catturare un numero maggiore di seconde palle, soprattutto nei momenti in cui la squadra soffre la pressione rivale). Però la prestazione di ieri, sicuramente, può (e deve) rappresentare la base di partenza per un finale di stagione contrassegnato da assoluta dedizione alla causa, ferocia agonistica e, inoltre, da quella dose di coraggio ed intraprendenza tecnica che non può mai mancare ad una squadra dalla cifra tecnica importante e sospinta dall’amore illimitato della sua gente.
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