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Servizio di Valerio Lauri @RIPRODUZIONE RISERVATA
Non ci sono alibi. Qualora ce ne fosse bisogno, il ritorno dei sedicesimi di Europa League ha sancito la debàcle del calcio italiano. No, non è una questione di livello, o almeno non solo. Le squadre italiane non riconoscono più il prestigio delle coppe europee e, se lo fanno, questo si riduce alla sola Champions League, talvolta per motivi economici.
Sapevamo che non sarebbe stato semplice, i sorteggi sono stati tutt’altro che generosi. La Roma dovrà andare a cercare l’impresa al Bernabeu contro il Real Madrid, dopo il 2-0 subito all’Olimpico. Quasi impossibile. La Juve dovrà andare a vincere (o a pareggiare con più di due gol segnati) in Baviera per passare il turno contro il Bayern Monaco. Nonostante la reazione bianconera, anche questa ipotesi appare sfavorita a livello percentuale.
Appare piuttosto chiaro che Napoli e Fiorentina non siano uscite dall’Europa per caso. Nonostante gli episodi. Le scelte di Sarri, sia all’andata che al ritorno, hanno espresso un concetto chiaro e semplice: prima il campionato. Higuain tenuto fuori al Madrigal, quando i gol fuori casa sarebbero valsi doppio e sarebbero quindi serviti di più, è un abominio che resta, al netto dell’impegno comunque profuso e della sfortuna avuta. Discorso simile per la Fiorentina, che è stata in partita solo in 30 dei 180 minuti di gioco col Tottenham: quelli della partita d’andata che hanno permesso ai viola di difendere quanto meno l’onore al Franchi.
Risultato? L’Italia calcistica vede uscire dalle coppe europee la seconda e la terza dell’attuale classifica di Serie A. Le squadre spagnole a presentarsi agli ottavi di Europa League saranno addirittura quattro: oltre al Villareal (4° in Liga), passano il turno Siviglia (5° in Liga), Athletic Bilbao e Valencia (addirittura 8° e 11° della Liga).
Le squadre inglesi ad avanzare nella ex Coppa Uefa sono invece tre: oltre al Tottenham (2° in Premier), ci sono il Manchester United e il Liverpool (5° e 8° della Premier). Meglio di noi, ma non benissimo la Germania: “solo” due le tedesche che avanzano, cioè Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen (2° e 4°).
Tutt’altra mentalità in questi paesi. Il Villareal non ha avuto paura di schierare l’undici titolare contro il Napoli, nonostante gli impegni importanti della Liga e i risultati gli hanno dato ragione. Stesso discorso per il Tottenham. Nessuna delle due squadre ha sottovalutato l’impegno, nessuna delle due ha preferito sacrificare le coppe al rendimento in campionato e il prestigio internazionale dei loro paesi (e quindi il ranking) ringrazia.
Unica squadra italiana a passare il turno è stata la Lazio, capace di conquistare in maniera del tutto meritata l’accesso, avendo la meglio sul Galatasaray. Va bene, l’impegno era il meno proibitivo, ma Pioli ha dimostrato di volere la qualificazione, senza badare a calcoli.
Aspettando Roma e Juventus, chiamate comunque a compiti ardui per un motivo o per l’altro, è un bottino magro per il ranking italiano, che ci declassa sempre più e ci relega alle spalle di Spagna, Inghilterra e Germania. Loro sì che corrono, per il prestigio, senza fare turn-over.
Twitter: @Val_CohenLauri
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