15 Marzo 2025
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Peccato… Capitale

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Era il 27 febbraio del 2008, ben dieci anni fa, quando l’allora Capitano dell’Inter Javier Zanetti riprendeva al minuto 88 Totti e la Roma, fissando il match sull’1-1 e marchiando a fuoco lo scudetto di nero e di blu. Altra storia, altra era, altri protagonisti.

Ecco che due lustri dopo accade un qualcosa di molto simile, sebbene si stia lottando per un traguardo leggermente meno prestigioso del titolo, come un posto continentale nella prossima Champions League. Allo squillo di El Shaarawy ha risposto quasi in extremis Matias Vecino, autore di un gol pesantissimo che può rappresentare una sliding-door chiave per la stagione interista.

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E’ stata la partita dei paradossi, opposta al circo dell’andata in cui l’Inter sbancò Roma per 3-1 dopo essere stata sotto -nel gioco e nel punteggio- per quasi tutto il match. Anche stavolta sono i nerazzurri a rimontare, ma anche ad avere i maggiori rimpianti, considerando la mole di gioco prodotta e le nitide occasioni avute nel corso del match.

Handanovic ha scoperto di non essere l’unico portiere decisivo della Serie A, scontrandosi con un Alisson tirato a lucido, autore di miracoli autentici su Icardi (due volte), Perisic ed Eder. E’ anche e sopratutto merito del portierone brasiliano se la squadra di Di Francesco è tornata a casa con un punticino, che di fatto rende la vera vincitrice di questo turno la Lazio di Simone Inzaghi, ora terza con l’Inter ma con una gara da recuperare (mercoledi, contro l’Udinese).

Un primo tempo certamente in equilibrio, con l’Inter ben messa in campo ma incapace di perforare l’asfissiante pressing degli ospiti, tatticamente di livello con il perpetuo scambio di posizioni tra Gerson e Nainggolan che ha messo in crisi le certezze di Spalletti. Equilibrio distrutto dal gentile omaggio di un pessimo Davide Santon che, non pago dei regali natalizi forniti un mese fa all’Udinese, si è ripetuto anche nell’anno nuovo con un involontario assist a Stephan El Shaarawy, poi bravo a beffare Handanovic con un dolce scavetto.

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Il copione è poi sembrato il solito, con l’Inter brava a trasformare l’esigenza di rimonta in energia e -a tratti- creatività. L’ingresso di Brozovic (al posto di un Gagliardini imbarazzante) ed Eder ha certamente aiutato, e l’ultima mezz’ora dei nerazzurri si è trasformata in un assalto totale alla porta di Alisson. Icardi (anche un palo colpito), Perisic,  Skriniar, Cancelo; poi, finalmente, l’acuto di testa di Vecino al minuto 84′ su assist di Brozovic. Meritato e inattaccabile.

Un pari che permette all’Inter di mantenere a 3 i punti di margine sulla Roma (impegnata a Genova nel recupero, mercoledi) e sopratutto la garanzia degli scontri diretti a favore, che le consentirà a fine anno di starle davanti in caso di arrivo a pari punti. Un punto che, però, lascia profondo amaro in bocca per una gara giocata ad alti livelli offensivamente ma sopratutto dietro, dove i padroni di casa non hanno rischiato mai se non per colpa dello sciagurato Santon. Un peccato… Capitale dunque per i meneghini, che possono tuttavia guardare con cauto ottimismo al futuro: il calendario prossimo si profila più morbido e la prestazione incoraggiante di ieri andrà ripetuta per non cadere in altri passi falsi.

Sarà dunque un triangolo fino alla fine tra le due squadre della Capitale politica e una della Capitale economica del nostro paese. Lazio, Inter, Roma: chi rimarrà fuori dal sogno europeo?

 

 

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