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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata
Tutti ricordiamo come abbiamo reagito alla cessione di Higuain, vero? E adesso come facciamo? Ci si chiedeva ininterrottamente, Gabbiadini non si adatta in quel ruolo, Milik è una scommessa, non resta che ridimensionarci. Il Pipita era reduce da ben trentasei gol segnati nell’ultimo campionato, farne a meno era motivo di grande rammarico e frustrazione tra i tifosi partenopei, oltre alla beffa di vederlo andare con i rivali di sempre. Nelle prime partite del Napoli post-Higuain, mister Sarri si affidò a Gabbiadini che, però, collezionava solo bocciature, invece, Mililk, contrariamente alle aspettative poco ottimistiche, iniziò a segnare con una certa continuità prima di subire un infortunio grave con la Nazionale polacca. Pioveva sul bagnato per il Napoli, che ormai si ritrovava con il solo Gabbiadini in organico, ormai il bergamasco ne aveva avute di occasioni per mostrarsi all’altezza della situazione ma aveva sempre toppato. Che fare? Bisognava solo adattare un esterno come punta centrale sperando che venisse fuori un qualcosa quantomeno di decente.
Ormai ci si trovava in quella situazione, tanto valeva provarle tutte, a che serviva piangersi addosso? Allora, che fare? Massì, perché non proviamo Mertens? Era una vita che andava avanti il ballottaggio tra lui e Insigne per la fascia sinistra, e tutti avevano capito che il belga risultava devastante a partita in corso, quando le avversarie accusavano un po’ di stanchezza. Nelle prime partite, sembrava strano vedere il talento fiammingo agire al centro dell’attacco, ci eravamo tutti abituati a vederlo scorrazzare come un fulmine sulla corsia mancina creando superiorità numerica per la sua facilità di saltare l’uomo in velocità. Eppure, il piccolo ma incontenibile Ciro, iniziava a buttarla dentro e sembrava piuttosto a suo agio in quella nuova posizione, anzi, dava la sensazione di avere sempre giocato lì. Non che si limitasse solo a segnare, nello stesso tempo voleva incantare, e ci riusciva alla grande, sono diverse le istantanee di tanti suoi compagni ritratti con espressioni estasiate dopo qualche sua giocata d’altissima scuola. Non che si limitasse a segnare qualche gol, no, ci aveva preso proprio gusto, tant’è che l’ipotesi di vincere la classifica cannonieri si faceva sempre più percorribile.
Alla fine, non l’ha vinta per un solo gol di scarto rispetto a Dzeko, ventinove le realizzazioni del bosniaco rispetto alle ventotto di Mertens, capace comunque di totalizzare trentaquattro gol in stagione, numeri da bomber di razza. In tutto questo, Higuain era finito nell’oblio, non solo per i napoletani, ma anche per gli argentini che non lo vedono più indossare la maglia della Selecciòn e anche per coloro che hanno selezionato i trenta candidati per il Pallone d’Oro. Sembra sempre un affare che rimbalza tra Barcellona e Madrid, dove da una parte c’è Messi e dall’altra Cristiano Ronaldo, per una competizione infinita, eppure quest’anno tra i candidati figura anche Mertens, e chi se l’aspettava? Eh sì, perché Ciro continua a segnare, ormai è diventato famelico, insaziabile, cannibalesco, e pensare che il Napoli, oltre a ritrovarsi un bomber strepitoso in casa, ha rimpinguato anche le proprie casse con più di 90 milioni di euro. Non c’è che dire, l’affare del secolo…
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