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Sembra non essere rimasto niente di quel Napoli che soccombeva in casa contro il Chievo, che non riusciva ad amministrare un doppio vantaggio casalingo contro il Palermo, quello dell’ultimo periodo è uno fantastico, sensazionale. Dopo aver tenuto una lezione di calcio alla Roma e gigioneggiato contro lo Young Boys pur schierando quasi tutte le seconde linee, si temeva molto la trasferta di Firenze. In tanti avrebbero firmato per un pareggio, perché già uscire indenni dalla tana gigliata sarebbe stato un buon risultato. Invece, già dopo pochi minuti di gioco, si è capito che il Napoli poteva confezionare il blitz all’Artemio Franchi. Per tutto il primo tempo è stato un autentico dominio degli azzurri, fantastiche le trame di gioco, l’unica pecca è stata quella di non capitalizzare le innumerevoli occasioni da gol prodotte. Su alcune è stato bravo Neto, su altre serviva un pizzico di buonasorte, la serpentina di Higuain, infilatosi in mezzo a tantissime maglie viola portandosi a tu per tu con Neto, avrebbe meritato il gol. Era un Napoli che strappava applausi con la Fiorentina in netto affanno, tutto funzionava a meraviglia, tranne Hamsik. E proprio il capitano è stato l’unico a non aver brillato, lungi dal voler creare un caso ma, la sua discontinuità, deve indurre ad interrogarsi. Come è possibile che sia diventato un giocatore così normale, uno qualunque? È da più di un anno che non riesce più a prendere in mano la squadra, come se la presenza di tanti campioni in squadra ne opacizzasse le qualità. L’altra nota stonata è stato l’infortunio di Insigne, prima di essere costretto ad abbandonare il campo (pare che i tempi di recupero siano lunghi) stava sciorinando il meglio del suo repertorio, come sta succedendo da diverse partite. Era propositivo e frizzante nonché pericoloso nelle conclusioni. Ha appoggiato male il piede a terra dopo un contrasto di gioco e non ce l’ha fatta a continuare, tant’è che è stato condotto negli spogliatoi tra gli applausi, sportivissimi, della tifoseria viola e le lacrime che gli rigavano il viso. Intanto in campo c’era un Napoli che signoreggiava ma che non riusciva a sbloccare il risultato. L’ha fatto nella ripresa, quando la Fiorentina sembrava più in partita e meno in difficoltà rispetto alla prima frazione. C’è voluta una sassata di Higuain con il pallone arrivato in area su cross di Maggio dalla destra. Complice anche un po’ di stanchezza, dopo il vantaggio, gli azzurri hanno provato a limitare le iniziative viola e, in realtà, ci sono riusciti. Solo Cuadrado ha impegnato seriamente Rafael, poi Hamsik ha avuto la ghiotta possibilità di chiudere il match prima di uscire per lasciare spazio a De Guzman, apparso molto più sicuro di sé dopo la tripletta di giovedì scorso. Solo nei dieci minuti finali è stata una sofferenza per gli azzurri, prima sulla traversa colpita da Gomez che ha anticipato Koulibaly con un girata imperiosa su un traversone proveniente dalla destra poi, lo stesso Koulibaly, ha salvato il risultato facendosi trovare sulla linea su un tiro quasi a botta sicura di Pasqual. Certo, sarebbe stato un risultato profondamente ingiusto il pari, ma questo può succedere quando non si chiudono le partite e si accusa un calo negli ultimi minuti. Sta di fatto che il Napoli è riuscito a violare Firenze conquistando un successo importantissimo in una delle trasferte più difficili del campionato, mostrando autorevolezza e piglio da grande squadra. Perché, oltre alla vittoria, è arrivata la consapevolezza di non essere inferiori a nessuna e che anche la difesa sta facendo la sua parte. Sono tre le partite consecutive chiuse con la porta inviolata, a conferma dei progressi di tutta la squadra. Non bisogna affatto esaltarsi ma prendere atto che un Napoli così può arrivare ovunque e come sarebbe bello vederlo con questa intensità fino alla fine.
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