14 Marzo 2025
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Milan, qualcuno fermi il campionato!

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Servizio di Valerio Lauri©riproduzione riservata


Risultati immagini per chievo milan 1-3“Qualcuno fermi il campionato! Qualcuno fermi il campionato! Voglio scendere!”. Crisi di panico, miste a gioia multiforme, si affacciano nei pensieri dei milanisti, all’indomani della vittoria al Bentegodi col Chievo, che ha regalato il secondo posto al Milan. La Freccia rossonera continua a viaggiare spedita, dopo le perplessità iniziali, e continua a macinare punti su punti. Con quella contro i clivensi, le vittorie del gruppo di Montella diventano quattro nelle ultime cinque giornate, con il solo rallentamento del pareggio conquistato al Franchi con la Fiorentina. Chi si aspettava un Milan tutto tiki taka e ricami, sarà rimasto deluso. Chi, invece, conosce Montella, ha avuto la conferma che il tecnico di Castello di Cisterna la sa lunga ed è tutt’altro che uno sprovveduto. E lui se la ride, sornione, con quel ghigno beffardo di chi continua a nominare l’Europa tra i denti e lo scudetto solo se costretto, per smentire eventuali mire. E’ onesto, il buon Vincenzo, sa bene che questa rosa non può certo ambire al tricolore. Tuttavia, se la Roma mostra una solidità difensiva di burro, il Napoli cade nella depressione post-traumatica dell’abbandono (momentaneo) del centravanti, l’Inter ha importato dall’Oriente l’antica tecnica dell’harakiri tra partite buttate al vento e liti interne, la Fiorentina risulta appannata come i vetri delle auto basculanti d’amore, senza dimenticare una Lazio altalenante e proprio per questo inaffidabile, può essere che l’Europa non sia solo un’utopia. La sensazione è che, nonostante i veri fuoriclasse, capaci di indirizzare le partite (a parte Donnarumma forse) latitino, la ciurma di Montella sia finalmente una squadra che lotta come un corpo unico, dal primo all’ultimo minuto, scoprendo il fianco nel primo tempo, azzannando in contropiede e cominciando a tessere con cinismo quando gli avversari calano. E’ stato così almeno con Fiorentina, Sassuolo e Chievo: è una scelta che può pagare o meno, ma che i risultati supportano in pieno.

Altro dato da non sottovalutare è l’età media della squadra: la più bassa del campionato. I giovanotti terribili, con la maglia che fu delle leggende che hanno vinto tutto, stanno mostrando che un altro progetto di calcio è possibile. Se parlare ancora di Donnarumma sarebbe quanto meno anacronistico, dare i giusti meriti a Locatelli per la gara di personalità contro il Chievo è onesto. Senza dimenticare di augurare una pronta guarigione a Montolivo per il posto lasciato vacante. Romagnoli, dopo la positiva parentesi azzurra, continua a fornire prestazioni importanti, in sinergia perfetta con Paletta. De Sciglio sembra rinfrancato dalla cura Montella, così come Bonaventura ha riacquisito lo smalto dei tempi migliori. Suso è diventato un punto di riferimento nello sviluppo del gioco e nelle soluzioni offensive, Niang ha finalmente trovato il suo stile di gioco, improntato allo sfondamento ad alta velocità; se poi si inventa anche un raddoppio di potenza da fuori tanto meglio. Lapadula ha finalmente trovato spazio, lottando su ogni pallone con caparbietà e propiziando con un recupero palla ostinato la rete iniziale di Kucka. Pazienza se, per lui, non è arrivata la gioia, sfortunato come un Paperino contro il muro Sorrentino, che ci ha messo tutta la cattiveria possibile per negare la rete all’ex Pescara. Il cugino fortunato, invece, è Bacca: un vero e proprio Gastone che entra e, alla prima conclusione “fronzolosa” ai limiti del no-sense, in linea col suo essere, si va a infilare in fondo al sacco dopo una carambola sul corpo di Dainelli all’insegna del ‘fattore C’.

Poi ci sono le componenti ‘poco positive’, che chiamarle negative sarebbe delittuoso allo stato attuale delle cose. I disimpegni sono ancora troppo frettolosi e avventati, le palle perse sono tante e le maniere di perderle sono sempre più varie, anche quando si tratta di inventarle non ci si tira certo indietro. Càpita, quando si imposta un primo tempo sulla difensiva, di doversi trovare a poggiarsi sui muscoli di Kucka, che quando si tratta di mostrare la ‘carogna’ (cattiveria) non è secondo a nessuno. I palloni recuperati dallo slovacco in mezzo al campo sono direttamente proporzionali al numero dei suoi tatuaggi. E attenzione che può essere infettivo, perchè Locatelli e Bonaventura in tackle sono lo specchio di chi non vuole mollare un centimetro e sa bene che ogni palla è fondamentale. C’è anche la rete subita dall’ex ingrato Birsa, che ha disegnato una magistrale punizione su cui Donnarumma ha potuto poco, ma che è stata generata da un fallo abbastanza inutile (con ammonizione) di Paletta. Piccole amnesie da correggere, in vista del prossimo impegno di sabato, quando la squadra che si presenterà a San Siro al cospetto dei Montella boys si chiamerà Juve ed ogni errore potrebbe essere fatale. Sognare è lecito, svegliarsi pure, lavorare sodo è l’imperativo. Dare corpo, dopo anni di pochezza, al sogno europeo non è più tanto azzardato.

Twitter: @Val_CohenLauri

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Nato nella Nola di Giordano Bruno e cresciuto a pane e calcio. Amante della parola scritta, evasione dalle indigestioni di matematica e informatica universitarie. Appassionato di musica a 360 gradi e lettura, nostalgico ma teso alle novità.

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