14 Marzo 2025
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Milan, dittonghi e strabismi alla taverna romana

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Servizio di Valerio Lauri ©riproduzione riservata


“E tu chi sei? C’hai l’occhi boni assai pe vedè quello che nun c’è. Famme vedè se c’hai er fegato”. Così uno strabico Montella, di fronte al giocatore d’azzardo Spalletti, sceglie Niang come rigorista, lo lascia in campo per 90 minuti e sostituisce Giobbe Lapadula con Luiz Adriano. Roma-Milan è tutta qui: in una manciata di episodi degni da rissa alla taverna ne “Il marchese del Grillo”, che definire sfortunati risulterebbe assai delittuoso, nei confronti dell’intelletto che Madre Natura c’ha donato. In un duello dai più dipinto come la caccia all’anti-Juve, nel tentativo di dare alla lotta scudetto un sale che in molti faticano a vedere, la partita dell’Olimpico si risolve in una quantità indicibile di strafalcioni. L’unico lampo ad accendere le luci sulla sfida è la stellina del Ninja Nainggolan, che si conficca nelle caviglie dei rossoneri e li lascia incapaci di reagire.

Risultati immagini per roma milan 1-0PARTENZE E RIPARTENZE – A dirla tutta, Montella gli “occhi boni” ce li ha eccome. Nel Colosseo del pallone, i leoni sono quelli rossoneri, nonostante l’età media dell’11 titolare più bassa dell’intera Serie A (23 anni e 343 giorni) di cui 8 italiani. La linea difensiva, quando non si incaponisce a stuzzicare Donnarumma con i retropassaggi, resta abbottonata come un pullover invernale: maglie morbide, ma calde al punto giusto. Vedere Locatelli, Pasalic e Bertolacci ruggire per un’ora di gioco in un confronto ad armi chiaramente impari con De Rossi, Strootman e Nainggolan non è certo cosa da poco. Roba che nemmeno Bugs Bunny e Daffy Duck contro gli energumeni alieni in Space Jam. Pensare che uno degli energumeni non doveva manco giocare e forse, vista la prestazione offerta, sarebbe stato pure meglio. L’avvio non è dei migliori, in perfetto stile Milan montelliano, poi col passare dei minuti le gambe si scaldano e macinano zolle. Accade nel primo tempo, così come anche nel secondo, ma dura una manciata di minuti. Se i problemi sono le partenze, non si può dire lo stesso delle ripartenze. Quello che i puristi del pallone si ostinano a chiamare con disprezzo “catenaccio”, è la risultante della combinazione di attenzione, concentrazione, pressing e contropiede. Perchè, diciamocelo, nessuno ha mai scritto nelle regole del calcio che deve vincere chi attacca a testa bassa.

Risultati immagini per roma milan niangNIANG E NAING – Si gioca in un clima infernale, col pollice verso dei fischi pronto a scatenarsi ogni qual volta gli ex Romagnoli e Bertolacci toccano palla. Gli errori dei due, però, si contano sulle dita di una mano. Per annoverare, invece, quelli di Niang, servirebbe un taccuino, magari da regalare proprio a Montella. Quando Bertolacci serve Lapadula in profondità e l’italo-peruviano sfrutta l’incertezza in uscita di Szczesny per guadagnarsi il rigore, un brivido percorre la schiena dei tifosi milanisti. Il ricordo di Niang che si presenta dal dischetto ed esalta il portiere di turno è ancora fresco dall’ultimo episodio col Crotone. L’ossessione non scoraggia la speranza. Gli dà proprio un colpo di grazia netto, come la manona del portiere polacco stampata sul tiraccio del francese. A proposito di portieri polacchi, l’ultimo milanista a sbagliare due rigori consecutivi fu lo stesso attaccante che un portiere polacco neutralizzò ad Istanbul. La speranza che M’Baye ripercorra le medesime gesta dell’usignolo di Kiev (Shevchenko, ndr), però, è piuttosto flebile, quasi nulla (a voler essere ottimisti). Più facile per lui sarebbe ripercorrere, invece, i gesti di Dudek. Quegli ondeggiamenti scoordinati lo accompagnano nei tentativi maldestri di creare superiorità sulla sinistra, con di fronte un Rudiger non da meno. Gara ad armi pari tra i due specialisti dei 3000 siepi prestati al calcio, nemmeno tanto generosamente.
Curioso che basti invertire due vocali e la partita cambi. Niang non entra nel tabellino, Naing(golan) invece sì. Lo fa al minuto 62 e gli basta poco, almeno all’apparenza. Uno stop a seguire con cui mandare fuori giri Locatelli, uno sprint verso l’area col 18enne alle calcagna ed una sberla a giro all’angolino. Tutto facile, ma nemmeno tanto. Il belga è l’unica vera arma in più della Roma nello scontro diretto. Dzeko non è quello dell’anno scorso e si rende pericoloso in più occasioni, ma alla voce “passaggi sbagliati” detiene lo scettro indisturbato. Perotti è prezioso nel possesso, ma poco incisivo nell’offesa e dimostra di sentire la mancanza di un Salah con cui incrociarsi.

Risultati immagini per roma milan nainggolanPANCHINA DI LEGNO – Recriminare per una gara decisa dagli episodi non sarebbe nemmeno tanto lecito, in fondo. Con le caparre che slittano sulle prime nevi invernali, la penuria della panchina si rivela nei momenti peggiori. Montella, però, ci mette del suo a rendere tutto più confuso. Passi l’inserimento di Mati Fernandez che, seppur non al meglio in un trotto zoppicante, riesce a confezionare con una conclusione mancina appena in area l’unica reazione degna di nota, di concerto con gli slalom giganti di Suso. Passi pure l’inserimento nei minuti finali di Honda per uno stanco e finalmente positivo Pasalic. Resta di difficile risoluzione il rebus dell’inserimento di Luiz Adriano al posto di un ottimo Lapadula, in situazione di svantaggio, col centravanti che avrebbe continuato a correre anche se avesse trovato un tapis roulant sotto la doccia. Sollecitazioni futili e accessorie – è chiaro – alle decisioni di chi è costretto a pescare dalla panchina alcuni residui delle fallimentari campagne acquisti passate. Quindi, di conseguenza, assoluzione per un tecnico che tiene il Milan in zona Champions, a giocarsi ad armi pari uno scontro diretto con l’anti-Juve (fingiamo di credere ne esista una), nonostante una panchina corta quanto quelle di Parco Sempione. La speranza è sempre quella: dallo stagno di gennaio, salterà fuori qualche ranocchio utile alla causa?

Twitter: @Val_CohenLauri

About Valerio Lauri 761 Articoli
Nato nella Nola di Giordano Bruno e cresciuto a pane e calcio. Amante della parola scritta, evasione dalle indigestioni di matematica e informatica universitarie. Appassionato di musica a 360 gradi e lettura, nostalgico ma teso alle novità.

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