14 Marzo 2025
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Milan, la “degna” chiusura di un indegno campionato

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Valerio Lauri  Servizio di Valerio Lauri @RIPRODUZIONE RISERVATA


Tutto secondo i piani. Degli altri, ma pur sempre secondo i piani. L’ennesimo Milan imbarazzante della stagione regala alla Roma una vittoria, alla fine inutile, raccolta in quella che una volta era “la Scala del calcio” e che adesso è diventato il Teatro degli Orrori. Roba per rossoneri masochisti veri. Nessuno si sarebbe aspettato una vittoria dallo scontro con una delle migliori compagini del girone di ritorno, rivitalizzata dalla cura Spalletti, tanto da insidiare, seppur senza profitto, il secondo posto del Napoli. Era lecito, però, aspettarsi sicuramente qualcosa di più, quanto meno di evitare i soliti errori difensivi da squadra di seconda categoria. E invece no.
LE INVENZIONI DI BROCCHI – Brocchi prova a metterci del suo e forse era meglio se si fosse tenuto nei ranghi. L’idea di schierare Romagnoli da terzino sinistro era venuta forse, al massimo, solo a un allenatore francese, surclassato nel gioco e nei risultati dal suo successore toscano, proprio sulla panchina della Roma. Anche mandare in campo il giovane e promettentissimo Locatelli dal primo minuto, in una gara così importante e delicata, non è che sia stato tutto sto gran colpo di genio. Probabilmente il suo inserimento, sarebbe stato più consono in partite d’altro tenore, qualche turno addietro. Non bastasse questo, ci pensa Alex, difensore navigato, a dare sfoggio di evidenti attitudini alla pensione. Prima cerca di servire Salah in profondità, ammiccando a Francesco Totti, con un passaggio arretrato geniale, che per fortuna l’egiziano spreca. Poi, si dimentica di salire per far scattare la trappola del fuorigioco, e consegna su un piatto d’argento allo stesso Salah l’occasione di scardinare lo 0-0. La Roma ringrazia e passa in vantaggio.  Dopo 25′, Brocchi vede i suoi in palese difficoltà e muta il suo 4-4-2 iniziale in un 4-3-3 con Honda e Balotelli larghi. Salvo poi, pentirsene 10 minuti dopo, tornando al modulo precedente. Il marasma tattico non giova e tutta la reazione del Milan è in un tiro debole di Honda, che non impensierisce Szczesny. Salah, con la sua velocità, è una spina nel fianco (quello sinistro, dove Romagnoli dimostra di non trovarsi affatto a suo agio) dei rossoneri e regala a Pjanic la chance di timbrare il cartellino. Donnarumma, però, dimostra di valere il talento che in molti vedono in lui e sbatte la porta in faccia al bosniaco.
SENZA MORDENTE – Il primo tempo va in archivio con una netta superiorità giallorossa, confermata però a tabellino da una sola rete. Nella ripresa, ci si aspetta un Milan battagliero, soprattutto perchè il Sassuolo sta facendo a fette una demotivata Inter, e invece la Roma dilaga. Dopo l’ennesima occasione sciupata da Honda, con un tiraccio sparato alle stelle, arriva il raddoppio della squadra di Spalletti. Pjanic illumina per El Shaarawy, che prende alle spalle le statuine Mexes ed Alex, controlla in area ed infila Donnarumma. L’ex milanista non esulta e viene applaudito dai suoi ex tifosi, anche amaramente, visto com’è stato lasciato andare. Stesso trattamento, ma per ben altri motivi, riservato a Francesco Totti al suo ingresso in campo. Il capitano giallorosso rappresenta il calcio che fu, quello in cui il Milan spadroneggiava in Europa, e lo fa notare con una punizione che solo i giovani riflessi di Donnarumma riescono ad evitare che si traduca in gol. Lo stesso capitano dà inizio all’azione del 3-0 romanista: tacco per Salah, tiro dell’egiziano respinto da Donnarumma, sul pallone si avventa Emerson Palmieri che insacca la sua prima firma in Serie A. La rete viene salutata dall’esultanza ironica dei tifosi milanisti, ormai rassegnati dal solito spettacolo. L’unico squillo rossonero arriva, quando ormai la Roma è già con la testa sotto la doccia. Lo firma, come al solito, Carlos Bacca: 18esimo centro stagionale per lui, in un campionato comunque contrassegnato da alti e, soprattutto, bassi. Anche Bonaventura, che è mancato come il pane in questo periodo, prova a mettere la firma a un tabellino già scritto con una punizione ben piazzata, ma Szczesny glielo impedisce, sancendo di fatto la fine del match.
SENZA STORIA – Termina così una gara senza storia e un campionato senza gloria. Gloria che, molto discutibilmente, non viene riservata nemmeno a Christian Abbiati, dal suo allenatore ed amico Brocchi, che lo lascia in panchina per tutto il match. Gloria che, invece, giustamente gli tributa lo stadio e la Curva Sud con un lungo abbraccio e uno striscione. Anche l’ultimo senatore, l’ultimo pezzo di storia e di successi milanisti abbandona tra le lacrime del Meazza e dei suoi compagni, il giovane Donnarumma su tutti. Quello che sarà di questo Milan lo scopriremo solo vivendo. Intanto, tra una settimana, c’è la finale di Coppa Italia contro la Juventus. L’ultimo capitolo da scrivere di una stagione impietosa, l’ultima occasione di sfoderare un minimo d’orgoglio. Per evitare che anche l’unica porta d’accesso rimasta per l’Europa, si trasformi in un disastro senza precedenti.

Twitter:@Val_CohenLauri

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Nato nella Nola di Giordano Bruno e cresciuto a pane e calcio. Amante della parola scritta, evasione dalle indigestioni di matematica e informatica universitarie. Appassionato di musica a 360 gradi e lettura, nostalgico ma teso alle novità.

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