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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata
Con le Nazionali ancora impegnate in questi giorni, la prossima è la settimana che porterà il Napoli alla trasferta di Udine, una sfida delicata nella quale, però, non bisognerà sbagliare. I tre punti sono un must sia per scongiurare la fuga della Juve e sia per mantenere il secondo posto tenendo a distanza le inseguitrici. Difficile prevedere che formazione mister Ancelotti schiererà alla Dacia Arena, a differenza degli anni scorsi, nessuno è certo di avere la maglia da titolare. Probabile che Koulibaly venga tenuto al riposo, non tanto per l’affaticamento che l’ha indotto a lasciare il ritiro del Senegal per rientrare anzitempo a Castelvolturno, ma per la diffida che pende sul suo capo. Una ammonizione gli farebbe saltare la sfida con la Roma, e contro i giallorossi serve il miglior Koulibaly per marcare i fortissimi attaccanti a disposizione di Di Francesco, tra cui Dzeko, lo spauracchio numero uno.
Confortanti i segnali che arrivano dai tre infortunati, Meret, Ghoulam e Younes, tutti elementi che potrebbero fare molto comodo alla causa azzurra. Inutile sottolineare quanto potrebbe crescere il livello di competitività della squadra qualora Ghoulam dovesse ritornare nella condizione dello scorso anno prima della nefasta sera dell’infortunio contro il Manchester City. Younes è un esterno nell’orbita della Nazionale tedesca e che giocava titolare nell’Arsenal, chissà che non possa avere un ottimo impatto con la squadra dopo che si era fatto un gran parlare della sua presunta contrarietà a soggiornare in una città come Napoli, indiscrezione che si è affrettato a smentire attraverso il suo entourage. Poi c’è Meret che è stato individuato dalla società come il portiere del presente e del futuro, su di lui è stato effettuato l’investimento importante per blindare la porta.
Ora pare proprio che sia arrivato il momento di ritornare a disposizione, anche se dovrà essere bravo Ancelotti a decidere quando impiegarlo visto che, soprattutto nelle ultime due partite contro Liverpool e Sassuolo, Ospina è sembrato più padrone del ruolo. Proprio le ultime due partite sono quelle in cui si è visto un Napoli forte e determinato, anche se non ancora cattivo al punto giusto. Nella gara di Champions contro i Reds, nonostante la netta e anche sorprendente superiorità azzurra, solo allo scadere è arrivato il meritatissimo vantaggio di Insigne. Un gol che ha permesso al Napoli di piegare i vice-campioni d’Europa e al comando in Inghilterra nonché di insediarsi in vetta al girone, malgrado il deludente pari di Belgrado all’esordio.
Contro il Sassuolo, invece, è stata tenuta per troppo tempo in piedi una partita che poteva essere chiusa molto prima dopo il vantaggio di Ounas dopo appena due minuti di gioco. C’è voluto un grande Ospina per evitare il pari neroverde, poi ci ha pensato Insigne, con una magia delle sue, a chiudere i giochi ma era una partita che, già dopo la prima frazione, poteva non avere più storia. È qui che bisogna crescere, serve maggiore ferocia negli ultimi metri, altrimenti si potrebbero lasciare per strada punti importanti. Però, sempre restando sulla partita con il Sassuolo, un anno fa era impensabile vincere lasciando contemporaneamente in panchina Insigne, Callejon, Milik, Allan e Hamsik. La mentalità di Ancelotti è quella di dare fiducia a tutti così che ciascuna pedina possa esprimersi sempre al massimo delle proprie potenzialità senza restare per mesi a scaldare la panchina con il rischio di arrugginirsi troppo.
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