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Chi c’era non lo ha dimenticato. L’enorme delusione, uno stadio ammutolito dopo l’errore di Ciccio Graziani. Era il 30 Maggio del 1984, una data nefasta per il club capitolino che non era mai giunto così vicino ad un traguardo internazionale di prestigio come la Coppa dei Campioni. Una cosa va detta ed a gran voce: eravamo tutti italiani e forse, ribadiamo forse, con un senso di appartenenza maggiore rispetto ad oggi. Pensare di poter festeggiare alla sconfitta dei giallorossi era pura utopia. In segreto, forse nemmeno tanto, lo avranno fatto i laziali (quasi autorizzati vista lo storica rivalità). Noi, tutti noi, non riuscimmo a pensare ad altro che alla delusione, alla tristezza che ci pervadeva. La Roma perdeva la coppa dalle grandi orecchie ma perdeva soprattutto l’italia calcistica, quella dei mondiali di Spagna, quella di Tardelli, Conti, Graziani, Antognoni, Bergomi e Altobelli. Era l’Italia, una sola ed indivisibile. Solo chi c’era poteva capire, solo chi ha visto quella partita poteva comprendere che si sarebbe trattata di una vittoria ‘collettiva’, di un titolo che sarebbe stato un vanto per tutto il paese. Dopo 34 anni il destino ci mette lo zampino ma questa volta non in finale. Era la Roma di Graziani, Pruzzo, Falcao, Cerezo, Conti, Bonetti, Nela e Di Bartolomei, ll Liverpool di Jan Rush e Graeme Souness. Guardiamo avanti, quella notte, quella deludente finale è solo uno sbiadito ricordo (si fa per dire). Oggi c’è la Roma di Di Francesco (gran bel allenatore), oggi c’è la Roma di Dzeko, Nainggolan, Strootman, Florenzi e De Rossi. Oggi corre l’obbligo di stringersi attorno a questi ragazzi. Oggi, come non mai, bisogna fare il tifo per i giallorossi. Oggi e non solo, bisogna ritornare ad essere tutti italiani. Forza Roma, battiamo il Liverpool e magari in finale il Bayern Monaco o perché no il Real Madrid. Sarebbe la vittoria della Roma e di tutta l’Italia calcistica.
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