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Milan-Juve è stato etichettato da tutti come “l’esame più grande per testare la maturità del Milan” ma i rossoneri, con tutta sincerità, l’avrebbero volentieri rimandato a febbraio, ovvero quando più o meno tutti gli infortunati sarebbero tornati a disposizione di Gattuso. Non è un alibi, perché forse avrebbe vinto lo stesso la compagine di Allegri, ma sicuramente il fattore infermeria ci ha messo del suo ai fini della presentazione e della sconfitta.
Contro la Juve erano infatti assenti ben 4 titolari, uno minimo per reparto. Mentre in campo c’erano Kessie e Calhanoglu che stringevano i denti per non rischiare seriamente di giocare in meno. L’esame Juve è arrivato nel momento sbagliato e soprattutto nel modo sbagliato, perché dopo due vittorie consecutive arrivate con grinta e caparbietà, non è il massimo arrivare ad una partita dalla sosta, sulle gambe, con mezza rosa ai box e soprattutto contro la più forte del campionato.
L’atteggiamento del Milan sembrava però quello giusto, iniziando la gara subito in pressing e nella metà campo avversaria. Purtroppo però un gol preso troppo presto e troppo facilmente, ha messo già al 10º minuto la partita in salita. La squadra di Gattuso però non si è disunita e sfruttando le poche armi a disposizione, è riuscita a procurarsi un calcio di rigore quasi a ridosso del duplice fischio. Le cose erano due: o segni e riapri la partita, o sbagli e ti butti giù mentalmente. Ed è proprio la seconda opzione quella scelta da Higuain, che prende il pallone dalle mani di Kessie e si prende la responsabilità… di sbagliarlo. Il Pipita si conferma anima vagante nei big match e a consacrarlo peggiore in campo arriva anche un rosso per proposte nel secondo tempo. Significativo, però, al momento dell’uscita dal campo, l’applauso della curva rossonera.
La Juve con il 50% delle sue forze si porta infatti a casa il massimo risultato con il minimo sforzo e si riprende dunque, qualora ce ne fosse stato il bisogno, dalla sconfitta subita in settimana contro il Manchester United. Il Milan invece non sfrutta le poche occasioni che riesce a creare e si ritrova con un 4º posto da riconquistare, senza Higuain, proprio contro la Lazio all’Olimpico tra due settimane.
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