22 Dicembre 2024
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L’esaltante avventura del Flos Carmeli Sorrento

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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata

All’inizio degli anni ’50, la città di Sorrento si ritrovò senza calcio, cosa fare? Anche se Sorrento è conosciuta per le bellezze che offre attirando turisti di tutto il mondo e non per la tradizione calcistica, ritrovarsi senza una squadra di calcio era comunque uno smacco, anche per la funzione sociale di questo sport popolare. Nel ’51-’52, ci fu la U.S. Penisola Sorrentina ad iscriversi al campionato regionale di Seconda Divisione, ma l’anno successivo entrò in scena un frate carmelitano, Padre Fernando Sorrentino, che fino a quel momento aveva riunito dei giovani locali formando una squadra che potremmo definire “parrocchiale”. Nel ’52, quindi, ci fu la fusione tra queste due piccole realtà dando vita al Flos Carmeli (Fiore del Carmelo). Padre Sorrentino, un grande punto di riferimento per i ragazzi, volle intraprendere quella nuova avventura nell’ambito sportivo, pensando di far coesistere al suo interno agonismo e spiritualità. Il Flos Carmeli Sorrento, che si iscrisse al campionato di Seconda Divisione regionale, fece il suo esordio al “Cocozza” di Portici con la gara che terminò 2-2.

Quei giovani sorrentini, partita dopo partita, trovavano sempre maggiore affiatamento, addirittura qualcuno mostrava un talento inimmaginabile, e fioccavano le vittorie. Quella squadra suscitò anche la curiosità della gente, era un calcio giovanile e pionieristico, ma che comunque attirava intorno a sé un certo coinvolgimento emotivo. Quel Flos Carmeli lo vinse il campionato e brindò alla promozione in Prima Divisione, non male per una neonata società. Non fu neanche una passeggiata ottenere quella vittoria, si dovette battere la concorrenza agguerrita del Federconsorzi Benevento per poi aggiudicarsi la finale campana contro il Pizzofalcone. Sul neutro di Torre del Greco, i rossoneri ebbero la meglio in una data particolare, il 16 luglio, giorno della Beata Vergine del Carmelo. Al 90’, gli avversari erano in vantaggio prima che un’autorete prolungò la gara ai supplementari, durante i quali i giovani peninsulari salirono in cattedra portando la contesa dalla loro parte. Padre Sorrentino fu aggiornato durante la processione esultando per quel grande successo. Un po’ di rammarico da parte sua per non essere presente fisicamente, ma i doveri del suo ministero avevano la priorità su tutto.

Per completare il quadro, arrivò la vittoria in un’altra finale, quella giocatasi sul neutro di Campobasso contro l’Aurora Ururi, travolgenti i ragazzi che si imposero con un perentorio 6-3 (maturato nel secondo tempo dopo il 2-2 della prima frazione) laureandosi anche campioni regionali. Impressionanti i successi di quella squadra appena nata, l’eco di quelle imprese arrivò addirittura all’orecchio di Achille Lauro, nativo di Piano di Sorrento e presidente del Napoli, che, prima della finale con il Pizzofalcone, promise ai ragazzi un premio in caso di vittoria e come condizione strappò anche lui una promessa: che giocassero la finale in maglia azzurra. Fu organizzata anche una amichevole tra il Napoli di Jeppson e Pesaola (che non presero parte al match) e il Flos Carmeli, con i costieri che resistettero per un tempo prima di piegarsi alla maggiore forza partenopea. Finì 7-3 per gli azzurri di Monzeglio, scatenato Vitali che fu autore di un poker. Il simbolo di quella squadra era O’ Munifà, chiamato così perché aveva sempre fame, ma tutti diedero il loro contributo alla causa, animati anche dal senso di appartenenza al territorio in quanto autoctoni.

Padre Sorrentino ci ha lasciati nel 2015 all’età di 93 anni, l’anno prima il sottoscritto andò ad intervistarlo al convento di Vico Equense e lui, con una lucidità impressionante, ricordò anche la simpatia che Achille Lauro nutriva per la sua creatura. L’armatore, in quell’anno, vinse le elezioni diventando sindaco di Napoli e Padre Sorrentino, come ci raccontò lui stesso, fu accusato da alcuni militanti della Democrazia Cristiana di avergli dato visibilità. Cosa avrebbe dovuto fare? Rifiutare l’amichevole con quel Napoli che provava a dare fastidio alle superpotenze del calcio italiano? Cosa si arriva a sostenere pur di non accettare un responso elettorale, ma questo è un altro discorso. Quel Flos Carmeli non voleva accontentarsi solo della prima annata positiva, quella squadra si sentiva competitiva anche dovendo misurarsi in una categoria superiore. La squadra costiera mostrò intraprendenza e pragmatismo per tutta la stagione brindando anche alla Promozione. E chi l’avrebbe mai immaginato! Due anni di vita e due successi.

Anche il secondo non fu un anno facile, Padre Sorrentino ci raccontò soprattutto la doppia sfida con il Montesarchio: “All’andata, in casa nostra, per un episodio fortuito un loro giocatore fu costretto ad andare al Pronto Soccorso, promisero di vendicarsi al ritorno. Andammo a Montesarchio allertando il Questore di Benevento. Giocammo male ma, appena passammo in vantaggio, ci fu una invasione di campo e i miei giocatori per proteggermi mi chiusero nello spogliatoio. Il nostro portiere, Agostino De Gregorio, detto Bacigalupo, era nu piezz e guaglione e, per difendersi, colpì una delle guardie comunali presente al campo. Lo portarono in carcere e non volevano rilasciarlo. Quando arrivammo a Sorrento, dicemmo alla mamma di Bacigalupo che il figlio era rimasto a casa di amici, una bugia a fin di bene per non farla preoccupare, poi quella notte la passai al telefono con l’avv. Stelio Sguanci, con il quale l’indomani mattina mi recai a Montesarchio. Fortunatamente il ragazzo fu rilasciato per non aver commesso alcun reato”.

Quel Flos Carmeli era diventato la squadra da battere e ovunque andasse l’aspettavano al varco in ambienti ostili. Contro il Saffa, fu ancora il “Cocozza” di Portici, dove tutto ebbe inizio, il teatro nel quale venne sancita la seconda promozione consecutiva. Quelli dal ’52 al ’54 furono due anni straordinari per il calcio sorrentino, il Flos Carmeli riaccese passione ed entusiasmo degli appassionati. Tutto grazie a Padre Sorrentino, che da carismatica guida spirituale si trasformò anche in un grande leader capace, con un supporto divino, di esaltare i talenti dei giovani costieri. Chissà se avrebbe mai immaginato di entrare nella storia del calcio sorrentino con quei due anni che saranno sempre ricordati con nostalgia.

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Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di www.footballweb.it

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