La sottile linea di nome Higuain…

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Servizio di Luca Alvieri @riproduzione riservata

C‘è una sottile linea fra il fare una bella partita e l’essere “umiliati”. Contro la Juventus, nella partita persa per 2-0 a San Siro, quella linea si chiamava Gonzalo Higuain. In una gara giocata alla pari (e forse qualcosa di più) per più di un ora, è proprio l’argentino a fare la differenza e a regalare con una spettacolare doppietta i tre punti ai bianconeri. Milan, che invece, cade di nuovo nel tunnel delle sconfitte da dove era appena uscito grazie alla vittoria di Verona.

La gara dei rossoneri, al contrario di come la dipingono i più critici, è stata giocata alla pari dei campioni d’Italia, costretti per più di un’ora, a vedere il Milan con il pallone fra i piedi. Peccato però, che nel frattempo a passare in vantaggio sia stata proprio la Juventus. Come? Colpa di Montella, è ovvio. Ma la verità è che un lontano parente di Lucas Biglia non stringe sull’indisturbato Dybala, libero poi di appoggiare ad Higuain, che controlla e calcia in rete (grazie anche alla blanda chiusura di Romagnoli). al di là del gol, gli ospiti costruiscono davvero poco e il pallino del gioco resta sempre nelle mani del Milan. I rossoneri, che nel frattempo prendono anche una traversa con Kalinic, andando vicini al gol anche in altre occasioni sempre con il croato, si vedono di nuovo sfuggire la gara tra le mani al minuto 63, quando Higuain, con una grande giocata, lascia sul posto Rodríguez per poi scaricare in porta un destro micidiale, che bacia il palo e non da scampo a Donnarumma: 2-0 Juve. Ed è qui che il Milan, colpevolmente, sparisce dal bellissimo palcoscenico che San Siro aveva offerto per questo attesissimo match.

Arrivati a questo punto sembra che molti, parlando di “Milan umiliato”, abbiano acceso la televisione soltanto al minuto 60, perdendosi tutte le difficoltà che la Juve aveva incontrato prima di all’ora contro un Milan ben organizzato. E’ questa la sottile linea di nome Higuain, capace di trasformare una bella prestazione ad una pessima figura con esattamente due tiri in porta. Non per nulla è stato pagato 94 milioni. La differenza in campo l’hanno fatta lui e Miralem Pjanic, che al contrario del suo antagonista Biglia, aveva effettivamente messo piede sul terreno di gioco. I progressi del gioco “Montelliano” si erano finalmente concretizzati contro il Chievo mercoledì scorso, annullati però solamente da un infinito Buffon e dalla parte inferiore della traversa, che hanno impedito a Nikola Kalinic di dare continuità alla sua crescita personale. Archiviata la Juventus, il calendario, a parte la trasferta di Napoli (ultimo scontro diretto), sorride al Milan, che contro AEK prima e Sassuolo poi, deve ritrovare gol, mentalità e fiducia. Perché alcuni treni per l’Europa sono già passati, ma in programma ce ne sono altri…e vanno presi.