17 Marzo 2025
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Il Bosio parlante: Napoli, Allan(ema) e chi t’Insigne a giocare

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Il Bosio parlante: Napoli, Allan(ema) e chi t’Insigne a giocare

 

bosio lucaServizio di Luca Bosio @riproduzione riservata


 

Il Napoli targato Sarri esce dallo stadio “Castellani” di Empoli con un solo punto. Rischia di perdere la partita, ma anche di vincerla a una manciata di secondi dalla fine. In generale, la compagine partenopea dimostra di non essere ancora al cento percento della condizione, sia atletica che mentale. Sul piano fisico, infatti, pressing alto e verticalizzazioni veloci si possono osservare solo a tratti, e per non più di cinquanta minuti. La difesa, proprio come succedeva con Benitez, suscita le maggiori preoccupazioni. Alla mancata assimilazione di movimenti si aggiungono gli errori individuali di un pacchetto arretrato che, spiace ripeterlo, è qualitativamente scadente in quasi tutti i suoi elementi. Con buona pace di chi dice che a questa squadra “serve solo un buon centrale”. Certo, serve un forte stopper. Poi ce ne vuole un altro. E pure due terzini. Altrimenti i Saponara e i Pucciarelli sembreranno sempre dei fenomeni di altra categoria. In discreta difficoltà sembra anche il reparto nevralgico di ogni squadra: il centrocampo. Rinnovato per due terzi, è alla ricerca dell’intesa tra i suoi componenti. Mirko Valdifiori, dipinto come una sorta di piccolo Pirlo, durante il calciomercato estivo, non riesce a “prendere in mano la squadra”. Nella sua ex squadra, l’Empoli, allenata proprio da Sarri, come sappiamo, giocava spesso a due tocchi e era abituato a lanciare lungo per il movimento di un attaccante o per l’inserimento nello spazio di un centrocampista. Nel Napoli attuale, almeno per ora, si limita al compitino. Nulla che non possa fare anche il suo sostituto Jorginho. E che non avrebbe potuto fare anche un Inler. Hamsik, croce e delizia. Si sa muovere e ha un buon piede, si sa. Nel finale rischia di andare a rete prima con la sua specialità, l’inserimento senza palla, al termine di una veloce combinazione tra gli attaccanti partenopei. Lui si fa trovare libero sulla sinistra, dentro l’area di rigore. Ma un maledetto difensore empolese capisce tutto e lo anticipa. Poi decide di scaricare un potente tiro, che l’estremo dell’Empoli respinge, consegnando però la palla a Callejon che colpisce il palo. Poi basta. Ottanta e più minuti di assenza totale dal campo. Corre poco, non attacca e non copre. Il piccolo Pirlo è colto da crampi appena all’inizio della ripresa e viene sostituito. L’unico a fare legna, a correre e a “mettere pezze” è Allan, che comunque non è ancora al top della sua condizione. Insomma, ci sono problemi anche a metà campo. I difensori devono essere aiutati in fase di non possesso e di copertura anche dai mediani. Altrimenti, staremo sempre a ripetere il ritornello su quanto sono scarsi. L’unica consolazione è sempre quella: l’attacco. Quando proprio non brilla più di tanto, come ieri, mette a segno due reti e ne sfiora un altro paio. Bellissima la perla di Insigne (calciatore per cui l’autore di questa rubrica notoriamente non impazzisce) e l’assist, in stile calcio a cinque, di Manolo Gabbiadini per il gol del due a due di Allan. E, per la cronaca, Gabbiadini è anche l’autore del passaggio che il folletto di Fratta trasforma in rete. Assente ingiustificato Gonzalo Higuaìn, anche se a un calciatore come lui basta poco per trasformare in oro ciò che tocca con i piedi. In conclusione, noi stiamo ancora con Sarri. Il tecnico toscano merita tempo e fiducia. Che ovviamente non è eterna.


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