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“Holly si allena tirando i rigori. Benji si allena parando i rigori”. Quante volte abbiamo cantato questa canzone da piccoli? Sembra ieri e invece sono già passati trent’anni. Nel luglio 1986 irrompeva nelle nostre televisioni un nuovo cartone animato: Holly e Benji” Ne guardavamo tanti, da ragazzini, passavamo interi pomeriggi immersi nell’azione dei supereroi o nelle favole delle principesse. E poi facciamo la conoscenza di Oliver Hutton, detto Holly, un piccolo prodigio del calcio, con il sogno di vincere i Mondiali. Da lì in poi è un colpo di fulmine, un amore che dura tuttora e che non accenna minimamente a spegnersi.
IL SUCCESSO – Da buoni italiani, siamo cresciuti sin dalla tenera età con la passione per lo sport, e nello specifico per il calcio, il nostro gioco, più di altri. A noi appassionati probabilmente non bastava solo seguire le partite, amare i nostri beniamini, fare il tifo per la nostra squadra. Volevamo anche adorare il calcio sotto forma di fantasia: il binomio tra pallone e cartone animato, per un ragazzino, era quindi la soluzione definitiva. Holly e Benji è stato tutto questo. È stata la trasposizione animata del sogno che chiunque di noi ha fatto almeno una volta nella vita, quando da bambini scendevamo per strada a sfidare gli amici in partite interminabili: diventare un calciatore professionista, guidare una squadra, trascinare i propri compagni alla conquista di un grande torneo. Diventare il più forte di tutti.
Mariano Messinese
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