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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata
Una che torna in A, l’altra che torna in B. Dopo due anni, il Frosinone risale in massima serie, mentre dopo ben quindici anni il Cosenza si riaffaccia in cadetteria. Entrambe hanno dovuto aspettare il mese di giugno inoltrato, mentre la maggior parte dei club italiani già prepara il ritiro per il prossimo campionato, per arrivare ad un traguardo che, nel caso dei ciociari, è stato a lungo inseguito, mentre per i Lupi si è trattato di un sogno insperato. Il Frosinone era ad un passo dalla promozione diretta insieme all’Empoli, capolista del campionato, all’ultima giornata ospitava il Foggia allo Stirpe e bastava una vittoria per dare il via ai festeggiamenti per il ritorno in A. Stava andando tutto secondo copione, certo i rossoneri non avevano regalato alcunché passando anche in vantaggio prima di subire la rimonta canarina, ma al 90′ il pareggio ospite gelava il pubblico locale permettendo al Parma di scavalcare la squadra di Longo e brindare al salto di categoria. Un’altra beffa per il Frosinone dopo che l’anno prima aveva visto sfumare il sogno serie A perdendo in casa contro un Carpi ridotto in nove uomini. Una situazione che avrebbe potuto tagliare le gambe ai giocatori, con che testa potevano affrontare gli spareggi, gare nelle quali serve la massima concentrazione? Gli uomini di Longo, pur avendo accarezzato il sogno per poi vederlo sfumare proprio allo scadere, si sono preparati per i play off cercando di dimenticare subito l’amarezza dell’ultima giornata, anzi, traendo da essa la necessaria rabbia agonistica.
Non è che il Frosinone abbia proprio brillato nelle quattro partite della post-season, pareggiando due e perdendone una prima di quella decisiva, dove, però, non ha fallito. Dopo i due pareggi con il Cittadella, in cui è stato decisivo il miglior posizionamento in classifica, la sconfitta di Palermo nell’andata della doppia finale, sembrava complicare i piani. Invece, allo Stirpe, dopo un primo tempo a reti inviolate, nella ripresa sono arrivati i gol di Maiello e Ciano a regalare una promozione più sofferta che mai. Ci sono state tante polemiche per un rigore non assegnato ai rosanero, con l’arbitro che aveva prima indicato il dischetto per poi tornare sui suoi passi e concedere una punizione dal limite, e per un presunto comportamento antisportivo da parte delle riserve del Frosinone, accusate di spedire volontariamente i palloni in campo al fine di bloccare sul nascere le azioni del Palermo. Sulla panchina siciliana sedeva Stellone, il tecnico con cui il Frosinone aveva festeggiato l’ultima promozione in serie A, il calcio non tiene proprio conto dei sentimenti.
Straordinaria la cavalcata che ha condotto il Cosenza in serie B, dopo quindici anni di fallimenti e dilettantismo. La stagione non era iniziata sotto i migliori auspici, con l’esonero di Fontana e una serie di alti e bassi che hanno prodotto il quinto posto finale. I play off, per i silani, dovevano rappresentare una parentesi fugace per poi proiettarsi verso la prossima stagione. Invece, dopo aver eliminato Sicula Leonzio e Casertana al primo e secondo turno, iniziavano gli ottavi dove già in tanti preconizzavano l’epilogo per gli uomini di Braglia. C’era da affrontare il Trapani che, insieme al Catania aveva provato a contendere il primato del Lecce. Ebbene, il Cosenza ha vinto sia in casa che in trasferta, eliminando a sorpresa i più quotati avversari. Ai quarti, è stata la Sambenedettese a pagare dazio, in semifinale pure il Sudtirol è caduto al cospetto di un Cosenza capace di ribaltare il gol di svantaggio della gara d’andata. In pochi avrebbero pronosticato uno scenario simile, a Pescara, per la finale secca, c’era da affrontare il Siena, che aveva chiuso il campionato un solo punto dietro il Livorno e che aveva eliminato ai rigori un’altra corazzata della categoria: il Catania. C’è che è successo all’Adriatico è storia di qualche ora fa, il Cosenza può festeggiare il ritorno in serie B. Gioia infinita per i diecimila tifosi calabresi che continuano a pensare al vantaggio di Bruccini, al raddoppio di Tutino, alla paura per il gol su rigore di Marotta a venti minuti dalla fine, ma al gol di Baclet si era capito che il sogno stava diventando realtà. Il calcio sa regalare anche queste sorprese, nessuno si sarebbe scandalizzato se il Cosenza fosse uscito al primo turno, le aspettative erano riposte su altre compagini, invece, è stata la squadra che ci ha creduto più di tutte e ora si gode giustamente la festa per una cadetteria che mancava da troppi anni.
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