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Sarà disputato a porte chiuse il big match tra Afragolese e Frattese, in programma al Moccia domenica mattina alle 11. Si attendeva entro venerdì sera la comunicazione ufficiale alle parti interessate, poco fa è arrivata invece la nota della Prefettura di Napoli che sbarra i cancelli dell’impianto afragolese. Questa mattina, presso il Comune di Afragola, si è tenuto un vertice tra le due società, alla presenza di un rappresentante di Pubblica Sicurezza, proprio per analizzare i margini di una apertura al pubblico della sfida. Presente per i rossoblù il Dg Pietro Cassandro, mentre i nerostellati erano rappresentati dal presidente Rocco D’Errico. Non mancavano i rispettivi sindaci cittadini, Claudio Grillo e Marco Antonio Del Prete, accompagnati dai due Assessori allo Sport. Su un punto i due club si sono trovati d’accordo, d’intesa con i rappresentanti istituzionali: la gara deve giocarsi a porte aperte, affinché tifosi rossoblù e nerostellati non debbano privarsi di uno spettacolo che, peraltro, mette in gioco una posta in palio importante per entrambe le squadre. La stessa Afragolese, che lamenta un mancato incasso di circa 10mila euro (tagliola che aveva già penalizzato la Frattese nel match d’andata), ha fatto presente di aver predisposto un piano di accoglienza che non lascerebbe nulla al caso e che metterebbe in sicurezza atleti, entourage e tifosi ospiti. Tuttavia le percezioni che le due dirigenze avevano ricavato nelle ultime ore non erano incoraggianti, e andavano già verso un niet della Prefettura di Napoli, nonostante una piena collaborazione finalizzata alla riuscita dell’evento. Anche perché, come poi si è appreso in questi minuti, l’ordinanza prefettizia era stata messa nero su bianco nella giornata di ieri. Sussisteva oggettivamente un problema relativo alla capienza della curva ospite, che potrebbe accogliere solo poche decine di sostenitori frattesi. Un’alternativa poteva essere quella di destinare loro l’intera tribuna scoperta, ipotesi impraticabile e che neanche è stata presa in considerazione. Impossibile una convivenza nello stesso settore, in considerazione dei rapporti tesi tra le due tifoserie. In sostanza, un provvedimento che ricalcasse quello preso già per la sfida del 16 dicembre allo Ianniello, appariva scontato. Ed è purtroppo arrivato. Nessuna sorpresa, quindi. Con ennesima lesione dei diritti di tutti: tifosi, società (protagoniste paradossalmente di un vertice inutile, coi giochi già fatti a loro insaputa) ed addetti ai lavori già pronti a gustarsi la madre di tutte le partite.
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