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Era presente al “Menti” di Castellammare in occasione del big match tra Gragnano e Sant’Agnello. Quindi, l’occhio di un navigato e vincente direttore sportivo come Tonino Simonetti, sicuramente avrà già catturato gli aspetti più importanti delle due squadre più accreditate per la vittoria del campionato. Lui è uno che l’Eccellenza la conosce bene e, per questo motivo, lo contattiamo per farci dire le impressioni che ha ricavato. Come suo solito, è un fiume in piena quando si parla di calcio e non lesina anche osservazioni forti: “Il Gragnano è una squadra più organizzata, che ha ottime chance di vincere il campionato. Il Sant’Agnello mi ha un po’ deluso, mi aspettavo di più dai biancoazzurri. Commentando un po’ la partita, devo dire che il Gragnano avrebbe meritato la vittoria anche perché Mazzeo ha avuto due occasioni limpide per segnare il gol vittoria ma le ha fallite. Certo anche Giulio Russo ha avuto la possibilità di firmare un clamoroso blitz per la sua squadra, ma non sarebbe stato giusto per ciò che è emerso nell’arco dei 90′. Mi sono fatto questa idea: di un Gragnano più convincente sul piano del gioco e dell’organizzazione, mentre il Sant’Agnello, se vuole vincere il campionato, deve assolutamente ritoccare la rosa. Inutile spendere tanto per poi lasciare zone del campo sguarnite”. Ma al direttore Simonetti, chiediamo cosa non gli è piaciuto del Sant’Agnello, squadra che ha raccolto un grande seguito intorno a sé, alle cui partite casalinghe si respira grande entusiasmo. La squadra di mister Turi, però, ha impattato anche nell’ultimo turno contro la Scafatese, subendo anche l’aggancio del Gragnano che è andato a dettare legge in casa della Nocerina: “Avere in squadra uno come Giulio Russo è un grande vantaggio, ma bisogna metterlo in condizione di essere devastante come sa fare lui. E’ uno che deve giocare con due esterni alti ficcanti e propositivi che, contro il Gragnano, non ho visto. Chi mi è piaciuto è stato Giuseppe Sibilli, un giovane che fa molto movimento, attacca gli spazi, davvero molto bravo. Però, non solo ci sono state diverse ingenuità in difesa ma, a mio avviso, manca anche un leader in mezzo al campo, uno che sappia quando alzare o abbassare il ritmo della partita. La società deve tutelare gli investimenti e, quindi, correre quanto prima ai ripari per dotare la squadra degli elementi che mancano. Dopo aver avuto la forza economica di acquistare fior di giocatori, non vincere il campionato sarebbe un fallimento. Poi, sono sempre dell’idea che bisogna prendere allenatori abituati a vincere”. Mentre ci interessa sapere anche cosa gli è piaciuto del Gragnano, quale aspetto induce a designarlo come la principale candidata per la vittoria: “Subire un gol su rigore ad inizio gara, peraltro in un match di cartello e tra le mura amiche, avrebbe potuto ripercuotersi negativamente sul morale della squadra. Invece, ho avuto l’impressione che il Gragnano fosse consapevole che prima o poi l’avrebbe addirittura vinta la partita, e se Mazzeo fosse stato più freddo i tre punti sarebbero arrivati. Non bisogna, naturalmente, colpevolizzare il giocatore che poi ha siglato una doppietta in casa della Nocerina, mostrando di essere un elemento di grandissimo valore. Ma i gialloblu hanno altri giocatori che conosco e che potrebbero fare la differenza in serie D, mi riferisco a Vitiello, Martone e Bizzarro. Eppure, nella gara contro il Sant’Agnello, ai padroni di casa mancava un ottimo attaccante come Lupacchio”. Simonetti, dunque, vede i leoni ruggire sui cavallucci marini, entrambi appaiati in testa al girone. Ma il fatto che il Sant’Agnello stia marcando il passo da diverse giornate, è un aspetto che va approfondito, considerando che sembrava ci fossero tutte le condizioni perché facesse già il vuoto sulle inseguitrici. “Ho visto una squadra che non ha saputo ragionare da grande – continua il diesse. Dopo il pari, se avesse avuto davvero intenzione di sbancare il “Menti”, avrebbe reagito con personalità, invece, non è stato fatto. Sì, c’è stata l’occasione di Giulio Russo, ma si è rischiato di capitolare in due occasioni. Una squadra che vuole vincere il campionato, gioca in modo diverso, ha un altro atteggiamento e un’altra mia teoria è quella secondo cui, avere grandissimi giocatori non adatti al credo di un allenatore, è quanto di più sbagliato si possa compiere nel mondo del calcio”. Ma per l’ex direttore di Gladiator e Savoia, c’è un’altra squadra che, dopo aver annaspato alle prime giornate, sembra aver trovato la quadratura del cerchio iniziando a macinare punti e acquistando una certa credibilità: “Il Vico Equense è una squadra composta da tanti ragazzini ma che, grazie alla guida di un tecnico preparato e con idee innovative come Macera, sta scalando posizioni avvicinandosi sempre di più a chi lotta per vincere il girone. Sembra impensabile che un organico come quello vicano, formato da tanti giovani, possa essere competitivo per la vetta ma, rimpinguandolo con i tasselli giusti, potrebbe mettersi sullo stesso piano di chi ha investito tantissimo per allestire corazzate”.
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