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Gente che viene, gente che va. Nella tormentata narrazione del Sorrento odierno, succede anche questo. Che, mentre l’organico del Pampa Sosa diventi quasi un CPT di grande accoglienza con alveari di giocatori di passaggio, tra provini e allenamenti dopolavoristici (non per la professionalità o la competenza del tecnico argentino, ci mancherebbe) che spesso possono ledere la tenuta mentale di una intera rosa, le truppe dirigenziali riescano ad espandersi un po’ come la Grande Armata di Napoleone che ostentava il proprio predominio in Europa. Ma cosa è il Sorrento oggi? Qual è la sua stabilità? Qual è il suo futuro? Dovrebbe essere questo l’interrogativo bruciante di chi lo ama davvero. Certo, c’è chi si accontenta esclusivamente di vedere una maglia rossonera pronta a scendere in campo ogni domenica. Ma ciò, quando non è addirittura esiziale, non contribuisce a seminare chiarezza. Innanzitutto con la propria coscienza, schiacciata evidentemente da una sorta di autoillusione permanente. Immaginate di possedere una casa ipotecata da Equitalia, con la promessa da parte di terzi di provvedere al pagamento mensile del debito per evitare quel pignoramento che temete. Pensate se, dopo mesi di attese trepidanti e di promesse, quel terzo tradisca l’incapacità di poter onorare la sua parola. Ci sarebbe da stare tranquilli per il vostro appartamento? Chiaramente no. Perchè in quella casa ci potrete vivere ancora per un breve periodo, prima che un ufficiale giudiziario non vi imponga l’esilio forzato. Ecco, la radice di tutti i problemi che oggi rallentano un rilancio del club di Via Califano sta tutta lì, nel maxidebito che la società ha rateizzato con Equitalia per 10 anni. Per questo oggi non è più tempo per trucchi ed inganni. La cordata irpina, pur apprezzabile per lo sforzo profuso, ha chiaramente fallito nella sua missione, che era quella di aprire una pagina nuova per il Sorrento intanto con l’acquisizione delle quote societarie come era nei desiderata dei tifosi se non nella logica. Tra cicliche rassicurazioni scarsamente rassicuranti, silenzi e perniciose omissioni circa il reale stato delle cose presenti e delle trattative in corso con D’Angelo, il gruppo ha finito per eclissarsi. E con esso l’immobiliarista romano Massimo Chiappini, colui che doveva essere il deus ex machina di questa operazione. Insomma, quasi tre mesi di precariato durante i quali si è tentato di accendere fuoco con legna bagnata. I risultati nefasti di questa gestione stanno nella parziale insoddisfazione di una parte del gruppo di Sosa, che non ha visto riconosciuto ancora il proprio lavoro come sarebbe nella normale quotidianità di una società sana e stabile. E stanno anche negli aspetti organizzativi più elementari che spesso sfociano nell’improvvisazione. La recente spedizione siciliana ha lasciato in questo senso sconcerto e stupore. Per la scarsa qualità del pullman noleggiato, per l’assenza di alcuni dirigenti di primo piano e per il soggiorno in un villaggio turistico persino privo di punto di ristorazione. Ai ragazzi che oggi vestono il rossonero non si può, però, rimproverare nulla. Loro stanno solo subendo questo tempo crepuscolare che affligge il club. E lo fanno con una professionalità commovente e con un attaccamento ai colori quasi eroico. E anzi, a Paolo Somma e allo stesso Sosa va riconosciuto il merito di aver traghettato in costiera fior di atleti con questi valori, la cui serietà in un giorno neanche tanto lontano dovrà pur essere ripagata. A Sorrento o altrove. Ma oggi il Sorrento è un po’ come un porto di mare. Non sarà un caso, allora, che il nuovo presidente rossonero è l’avvocato Emilio Squillante, Segretario generale dell’Autorità portuale di Napoli. Personaggio stimato e molto in vista nell’imprenditoria partenopea. Nella nota ufficiale che introduce la conferenza stampa di questo pomeriggio, si parla di “progetto di rilancio del sodalizio costiero”. Il che significa, per dirla in modo lapalissiano, che il precedente “progetto” non ha avuto fortuna e che i suoi artefici sono oramai fuori gioco. Tanto che la stessa permanenza di alcuni dei soggetti che hanno composto il gruppo avellinese in questi mesi di gestione “in pectore”, è a forte rischio. Ma non sarebbe neanche giusto che le colpe dei padri ricadano sui figli. Oggi pomeriggio, all’Hotel Continental, va quindi in scena la presentazione del Sorrento 2.0 edizione 2014/15. A noi ne sarebbe bastato uno solo. Solido, serio ed affidabile. Ma, proprio per questa ragione, al nuovo numero uno di Via Califano chiederemo, tra le altre cose, se nel suo orizzonte c’è l’acquisizione delle quote societarie dalle mani di D’Angelo. Se e quando saranno onorate le pendenze con i calciatori e in che modo si metterà mano alla massa debitoria che oggi tormenta il club. E infine, cercheremo di capire se la sua sarà anche un funzione di scouting di nuove forze commerciali (sponsor e quant’altro) in grado di abbeverare il Sorrento, o se la sua sarà una guida solitaria, ambiziosa o temporenea che sia. Appuntamento ad oggi.
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