14 Marzo 2025
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Corsi e ricorsi storici: Sarri e le curiose analogie fra il suo Napoli e quello di Bianchi

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Risultato immagine per Roma Napoli 86/87
Il gol decisivo di Maradona, all’Olimpico, nell’anno storico dello scudetto

Lo avrete sicuramente già intuito. Era sulla bocca di tutti i napoletani. Ma nonostante questo, ve lo raccontiamo ugualmente. C’è già chi ha detto: “Questo è un segno..” e subito il pensiero è andato a quell’anno storico; quello del 1987, in cui un Napoli capitanato da Maradona e sulla cui panchina sedeva Ottavio Bianchi, conquistava il suo primo scudetto. Bastò un pari con la Fiorentina di Baggio in casa per fare inizio ai festeggiamenti con una giornata d’anticipo e 4 punti di distacco dalla Juventus, rivale di sempre. Ma ciò che balza all’occhio specie dopo le due sfide consecutive con Roma e Inter dell’attuale Napoli di Maurizio Sarri è una grande piccola curiosità. I risultati di quest’anno, infatti, coincidono perfettamente con quelli degli 11 storici che calcavano, in quell’anno, il terreno di gioco. Il 26 Ottobre 1986 il Napoli sbancava l’Olimpico grazie alla rete di Diego Armando Maradona. La partita terminò 0-1, proprio come quella di due giornate fa quando è stato un napoletano doc, Insigne, a trascinare i propri compagni verso i tre punti. Ma non è tutto, perché il successivo 2 Novembre, il Napoli in casa fu fermato da un misero 0-0 in casa contro l’Inter. Inutile dire che anche questo risultato coincide con l’importante punto guadagnato degli undici nerazzurri di mister Spalletti. Ma vi stupirete ancor di più, quando costaterete che la classifica dell’anno 1985/86, precedente a quello dell’impresa storica dei partenopei terminò proprio come quella dello scorso anno: con una Juve al comando subito seguita da Roma e Napoli.
Insomma, molteplici analogie che certamente non possono che costituire la speranza di un sogno, di una favola che manca da fin troppo tempo, non solo a Napoli, ma anche al sud. E qui a Napoli, in questa città di gioia, calore, calcio e tanto amore, c’è già chi è convinto che infondo anche San Gennaro ci metterà la mano. Quanto a Sarri e Bianchi, chissà che l’allenatore toscano non possa davvero entrare nella storia del Napoli, riportando cucito sulla maglia azzurra il tanto amato tricolore.Risultato immagine per  Napoli 1986 E facendolo, inoltre, con un gioco stimato da tutta Europa e che richiama quello del Milan di Sacchi, sì, quello degli anni d’oro. Un ponte perfetto fra passato e presente; una favola che tutti ci auguriamo di raccontare, ma che solo i napoletani sanno come vivere. Perché, l’ho sempre pensato, qui a Napoli il calcio è concepito diversamente. Non è solo uno sport, dove si rincorre un pallone. E un’occasione per vendicarsi dello stradominio sportivo, e spesso anche politico, del nord. Un modo per sentirsi vincitori, anche solo per un’annata, un momento, un solo attimo purché pieno di gioia e meraviglia.
Fin qui, Sarri si è limitato a battere i migliori record ed, in particolare, proprio quello del Napoli di Diego. Mai la formazione azzurra era partita così forte in campionato, facendo strage di vittime eccetto l’Inter altra concorrente concreta per lo scudetto. Ma non sono pochi quelli che pensano che non bisogna vivere di passato e di ricordi, ma di presente. L’ex impiegato in banca, esempio di umiltà e dedizione, oltre che sacrificio, potrebbe davvero essere l’uomo giusto per far sognare di nuovo un popolo, pur riuscendo a mantenere sempre i piedi per terra.
E allora si vuole terminare questo articolo menzionando le parole di Massimo Troisi, alla vittoria dello scudetto azzurro. Poco prima di averne la certezza, Troisi, uno dei più grandi comici della scena campana e nazionale, disse di avere una sensazione positiva. Un po’ come quest’anno, dove fin qui ogni napoletano rivive con la mente le emozioni di quell’annata storica, sperando e morendo dalla voglia di rivivere il delirio cittadino di una Napoli tinta d’azzurro, un tutt’uno con il colore del mare e del cielo. Uno di quegli spettacoli che solo chi vive a pieno può apprezzare. Non ce la gufiamo e non facciamo pronostici, ma restiamo sempre dell’idea che “può essere che questo è l’anno buono, Gianni, vec’ a squadr’ affiatat..” o ancora meglio “speriamo che presto potremmo utilizzare non solo il titolo Scusate il ritardo (per festeggiare la tanto attesa impresa) ma anche Ricomincio a tre.” (Massimo Troisi, intervistato da Minà, Maggio 1987)

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