14 Marzo 2025
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C’è sosta per te (purtroppo)

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Servizio di Valerio Lauri ©riproduzione riservata


Risultati immagini per donnarumma romagnoliCi risiamo. Sempre la solita sosta. Pardon, sempre la solita storia. Quella che chiamano “sosta per le nazionali” si tramuta in “rovina per i club”. E’ stato il caso del Napoli che, con l’infortunio dell’ariete polacco Milik, ha perso le geometrie post-Higuain. Sarri aveva faticato tanto in estate, per insegnare alla nuova plusvalenza futura di De Laurentiis – pardon, al nuovo attaccante – i movimenti giusti, che lo avevano portato ad un exploit in termini di reti quasi inaspettato, nel primissimo scorcio di stagione. I sogni partenopei, libratisi nell’aere con rinnovato spirito, sono franati al suolo con l’infortunio dell’ex Ajax. E da lì, il Napoli, ha inanellato una serie di risultati a gioie alterne, ma soprattutto ha perso sicurezze e facilità ad andare in gol.

La sosta arriva per tutti. Nel senso di disgrazia. E così, come (non) ci si aspettava, è arrivata pure per il Milan. I rossoneri si ritrovano alle costole della Roma in classifica, in scia alla Juventus. All’orizzonte, però, non c’è una settimana qualsiasi. E’ quella settimana in cui ogni milanista si sveglia con un pensiero fisso, ben distante dal referendum del 4 dicembre. L’unico sì-no di cui gli interessa è la risposta relativa alla domanda: “Il Milan vincerà il derby?”. L’enigma è di difficile risoluzione. Il Milan cavalca a un ottimo ritmo, al di sopra delle aspettative. Tuttavia, la gara di San Siro con l’Udinese e quella di Marassi col Genoa hanno dimostrato che l’inesperienza fa sì che gli incidenti di percorso si materializzino proprio quando meno te l’aspetti. A non far dormire sonni tranquilli, ci si mette anche il cambio d’allenatore in casa Inter. De Boer avrebbe garantito spettacolo, o per meglio dire spazi, all’imprevedibilità rossonera. Stefano Pioli è, invece, allenatore molto accorto alla tattica. In più, c’è l’effetto cambio di panchina e la voglia di riscatto da non sottovalutare. La stracittadina meneghina non ha mai esito scontato e difficilmente si presta a pronostici.

Soprattutto se, a turbare l’ambiente rossonero nei giorni che la precedono, intervengono “fattori esterni”. Un fattore potrebbe essere sicuramente la probabile assenza di Alessio Romagnoli. Il vilipeso investimento da 25 milioni dell’anno scorso, che quest’anno sta cominciando a dare frutti. Frutti che sono balzati sì agli occhi di Montella, ma pure a quelli del ct Ventura. Con Chiellini fermo ai box, il Giampiero Nazionale si è innamorato del difensore mancino a tal punto da schierarlo sia col Liechtenstein che con la Germania, a distanza di pochi giorni nel doppio impegno azzurro. Risultato: Romagnoli azzoppato da una modesta lesione muscolare all’adduttore (pare). Nulla di preoccupante, ma tanto basta (quasi certo) a pregiudicargli la partecipazione al derby. Sicuramente non la più rosea delle notizie, specie se le alternative si chiamano Gomez e Zapata, non propriamente due baluardi. Chi vivrà vedrà.

C’è, però, un risvolto della sosta ancora più fastidioso. Nelle due settimane di inattività sui campi di Serie A, il piatto langue per i giornalisti della carta stampata. Non si può parlare di calcio giocato e allora, alla bisogna, occorre affidarsi ai titoloni strappa-vendite (o a quelli strappa-like, nell’era digitale). “Donnarumma erede di Buffon”, “Marotta punta Donnarumma” (che già fa ridere di per sè, “Donnarumma alla Juve” (esclusiva di un giornale di Torino, epicamente proteso alla vecchia Signora). E’ bastato l’esordio nella nazionale maggiore, con tanto di avvicendamento con l’illustre e pluridecorato collega bianconero, a far sì che Gigio Donnarumma scatenasse le fantasie. O, per meglio dire, Raiola ci cova. Il procuratore che gonfiò Balotelli fino a mandarlo nell’Olimpo del calcio mondiale, salvo poi vederlo sgonfiarsi una bravata dopo l’altra, è burattinaio attento ai suoi assistiti. Nell’ombra, infila suggestioni nella testa e nelle penne di chi di dovere, per far salire il prezzo. Tutto lecito (forse), per carità. Se non fosse per quella morbosa abitudine di dare alle favole la conformazione delirante di realtà. Ma come? Proprio quel Gianluigi Donnarumma che, solo un annetto fa, fu inquisito dalla stampa per le sue frasi anti-juventine sui social (lesa maestà?)? Proprio quel Gianluigi Donnarumma che in Milan-Juventus fu preso a scarpate in faccia da Pjanic ed esultò come un ossesso al fischio finale? Beh sì, Donnarumma ama la Juventus da sempre (ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò), anche e soprattutto perchè la sua fede sin da piccolo era quella milanista. Solo chi è nato in provincia di Napoli e stravede per i colori rossoneri, sa quanto possa essere solida la “simpatia” per la Juve. Adesso che la squadra di Montella comincia ad avere una qualche credibilità, guarda caso, arrivano queste voci destabilizzanti, proprio alla vigilia del derby. E se la Juve volesse solo mettere al sicuro lo scudetto (che può perdere solo lei)? Ma no, impossibile. Suggestioni da giornalisti.

Twitter: @Val_CohenLauri

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Nato nella Nola di Giordano Bruno e cresciuto a pane e calcio. Amante della parola scritta, evasione dalle indigestioni di matematica e informatica universitarie. Appassionato di musica a 360 gradi e lettura, nostalgico ma teso alle novità.

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