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Servizio di Luca Alvieri @riproduzione riservata
Ma se ne parla ancora? Oddio, non ci credo. Il teatrino di Raiola ancora deve finire, poveri noi. Dopo ben 6 mesi di lunghissima e pacificissima armonia tra Donnarumma e l’ambiente Milan, ecco che arriva l’ennesima, sporca, falsa genialata di Mino Raiola. Il suddetto “signore”, sostiene che il suo assistito abbia firmato un contratto da 6 mln di euro, ripeto, 6 milioni di euro, sotto una “violenta pressione psicologica”. Magari violentassero psicologicamente così anche me, verrebbe da dire, giustamente, a tutti noi. Ma dai su, non fateci ridere. E’ una tale subdola balla che stavolta il Milan non ha nemmeno bisogno di smentire. Infatti, sul proprio sito ufficiale, il club rossonero ha detto, tradotto in parole povere: “Smettetela con le sciocchezze (per non usare un altro termine) e lasciateci lavorare in pace”. Donnarumma, al momento della firma sul contratto, sapeva benissimo che non vi era presente alcuna clausola rescissoria al suo interno e lo sapeva benissimo anche lo stesso Mino Raiola che, nonostante la sua assenza al momento della famosa firma, sapeva con esattezza cosa il suo assistito stesse per autografare in quel momento. “Annullare il rinnovo”? Suvvia. E’ una cosa tanto folle quanto impossibile da fare. E poi, caro Mino, oltre a rovinare il viso dolce e sincero di un giovane ragazzo nei confronti della sua tifoseria, cosa ci guadagni se quest’ultimo parte per pochi spicci a gennaio, o addirittura a parametro zero a giugno? Ti facevo più furbo…e soprattutto più uomo.
Intanto il Milan è impegnato questa sera contro il Verona negli ottavi di finale di Coppa Italia che, se dovesse passare, andrebbe a sfidare l’Inter ai quarti tra due settimane. Gigio Donnarumma sarà ovviamente titolare, visto che questa competizione è utile ai rossoneri come strada alternativa per l’Europa e non va sottovalutata. Speriamo soltanto che i tifosi, in un periodo non soave per il Milan, non si mettano a fischiare il numero 99 rossonero che, sinceramente, ha bisogno di tutto, ma non di questo.
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