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Servizio di Stefano Sica @riproduzione riservata
Il successo di un progetto culturale all’avanguardia, che trascende l’ambito sportivo per propugnare valori fondanti della convivenza sociale come antirazzismo, solidarietà, integrazione, conoscenza. Già nella denominazione societaria c’è un miscuglio di storie, culture e mondi che si incontrano e si contaminano. Il miracolo dell’Afro-Napoli United parte da lontano e ha radici solide. E’ il premio al cuore grande di Napoli che dice un no secco a qualsiasi forma di intolleranza rivendicando i principi basilari della nostra Costituzione. Solo 10 giorni fa si festeggiava al Vallefuoco di Mugnano l’ultimo atto di una marcia trionfale che ha visto la squadra multietnica di Sasà Ambrosino dettare legge e superiorità tecnica su ogni campo. Almeno 500 i tifosi presenti all’interno di alcune storie personali difficili, tormentate. Ma tutte da raccontare. Come da raccontare sono i cori ironici rivolti nel corso del match col Neapolis contro la Lega e il suo leader Matteo Salvini. Non un caso, evidentemente. Ma la volontà di respingere ogni forma di prevenzione e insofferenza verso un universo che merita rispetto. Intervenendo telefonicamente a Buonasera Eccellenza, format televisivo in onda su Tv Campane e prodotto da FootballWeb, proprio Ambrosino ha voluto fare il punto sulla splendida annata dei partenopei e sul suo futuro personale dopo un campionato di Promozione già vinto lo scorso anno al timone del Monte di Procida.
TRIONFO DELLA PROGRAMMAZIONE – “Quando si ha la fortuna di lavorare in un contesto del genere, con una società che non ti fa mancare nulla e con un organico di valore, per un allenatore il compito è agevolato. Il club ci ha trattato da professionisti veri, curando ogni minimo particolare. Questo ha fatto sì che il gruppo crescesse sempre di più e che i sacrifici della società venissero premiati. Del resto le nostre prestazioni, con i risultati che ne sono conseguiti, sono sotto gli occhi di tutti”.
FUTURO PERSONALE – “Non dovrebbero esserci problemi per continuare. Questa è una società giovane ma molto ambiziosa. Negli anni si è vinto tanto e si sono scalate le categorie. E non credo la dirigenza voglia fermarsi. Non abbiamo ancora avuto modo di parlare ma, in linea di massima, il matrimonio dovrebbe continuare anche se ogni unione si fa sempre in due”.
MOMENTO PARTICOLARE – “Quando perdemmo immeritatamente in casa con l’Ottaviano. Ma fu uno stop che digerimmo bene, tanto che conseguimmo 13 vittorie consecutive che poi ci consentirono di staccarci dalle inseguitrici. Tuttavia, al di là dei risultati, quello che va valutato è il modo di lavorare di un allenatore. E le prestazioni che la sua squadra fornisce sul campo. Alla lunga, il lavoro e le idee pagano sempre. Sotto questo aspetto, c’è sempre stata grande sintonia col club”.
PROGETTO MULTIETNICO – “Da noi tutto è basato sulla genuinità, sulla bontà e sull’aggregazione di ragazzi che non hanno avuto fortuna nei loro paesi d’origine. Anche chi non ha fatto parte del progetto agonistico, ci ha seguiti com un calore immenso facendo il tifo dalla tribuna. Tantissimi chiedono di giocare con noi. E noi non chiudiamo la porta a nessuno. La nostra vera vittoria è questa: dare una chance a tutti. E chi non riuscirà a entrare in squadra, farà sempre parte di questa famiglia”.
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