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Alla vigilia della partita di Coppa Italia con la finalista della passata edizione Alessandria, l’allenatore del Perugia Cristian Bucchi elogia la coesione dell’ossatura del suo gruppo di lavoro, con il quale si dice convinto con la ‘fatica’ e l’impegno di completare un processo di crescita individuale e collettivo intrapreso: “Quando con la Società ci siamo incontrati per stilare l’organico ci siamo trovati d’accordo nel puntare sul gruppo e la sua forza. E questo del Perugia è coeso. Fatto di giocatori importanti. Mi sembrava stupido smantellare un gruppo per l’appunto di uomini. Quindi ho cercato di ripartire da quest’ultimo con le nuove e giuste motivazioni. Sul vivaio dico che è fondamentale per una Società. I nostri giovani come il Mancini di ritorno e Zebli’ possono fare sempre meglio. Hanno tutta la strada davanti. Su gli altri talenti quali Mirval non posso esprimermi perché è stato aggregato al ritiro, ma non è stato praticamente mai disponibile: ha avuto un problema suo di spossatezza nel viaggio ed ha svolto preparazione a parte. Ha lavorato quasi esclusivamente con lo staff medico, senza neanche un allenamento per intero con noi. Ad ogni modo se ve ne sarà qualcun altro da lanciare anche quest’anno certamente non staremo a guardare la carta d’identità. Purché vi sia la bravura di questi ragazzi nel mettersi in evidenza nel percorso delle giovanili. Ma il solo fatto che molti primavera sono stati con noi in ritiro per loro è già motivo di crescita’. Sono per la valorizzazione. Contento di avere le responsabilità di una grande Società quale quella del Perugia. Come già detto in sede di presentazione ufficiale sono orgoglioso di essere stato scelto tra tanti allenatori esperti e forti. Lo stimolo e le motivazioni sono grandi almeno quanto le suddette responsabilità. Le differenze di quando sono venuto a Perugia da giovane calciatore ed ora che ci sono da giovane allenatore, sono tutte li’: allora la mia unica preoccupazione era trovare posto tra tanti campioni e ritagliarmi anche solo pochi minuti. Ero un ragazzo sconosciutissimo, venivo tra virgolette dalla giungla. Oggi devo dare conto ad una Società intera. Sono tornato da uomo alla guida non solo di una squadra, ma di una storia gloriosa”.
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