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È un momento particolare in casa Napoli, abbondano le critiche per il calo evidente in campionato che è costato il terzo posto. La Roma seguita ad arrancare, gli azzurri avrebbero potuto superarla già da un bel po’, invece, ci sta pensando la Lazio a farlo. Intanto i biancocelesti hanno superato gli uomini di Benitez che, a Verona, hanno subito un’altra batosta lontani dalle mura amiche, la terza consecutiva. E pensare che una squadra che subisce tre ko consecutivi in casa di avversarie medio-piccole, possa arrivare tra le prime tre del campionato è qualcosa di assurdo. Ciò che allarma di questo Napoli è che non riesce neanche a reagire quando va sotto mentre, anche in vantaggio di due o tre reti, rischia di non condurre in porto il risultato. Ecco perché non bisogna sottovalutare la trasferta in casa della Dinamo Mosca, dove è in gioco il passaggio ai quarti di finale di Europa League, con la competizione che inizia a farsi interessante. Il 3-1 dell’andata non lascia tranquilli, perché la difesa azzurra è una gruviera in cui infilarsi diventa semplicissimo. Che la squadra sia in lotta su tre fronti quando il mese di aprile è alle porte, è sicuramente degno di nota ma si deve essere anche consapevoli che, con le figuracce in campionato, si rischia di perdere la Champions per il secondo anno consecutivo.
Comunque il punto della situazione lo facciamo con Domenico Ascione, direttore del sito CalcioNapoli1926.eu, con cui tocchiamo tantissimi temi. Il primo riguarda questa situazione di crisi in campionato, la sconfitta di Verona e il blitz della Lazio a Torino, hanno fatto registrare il sorpasso degli uomini di Pioli, proviamo a capire quali possano essere le cause di tutto ciò: “Ritengo che il Napoli non debba pensare più ai risultati di Roma, Lazio, Fiorentina e altre squadre ma abbia più bisogno di fare i conti con se stesso. Ogni anno è sempre la solita storia: tante promesse e poi arrivano le delusioni. Credo che solo un trionfo, già a partire dalla gara di Mosca, potrà cancellare lo scempio che si è visto a Verona. È stato tutto intollerabile al Bentegodi, e credo che sia stato sancito lì l’addio di Benitez al Napoli, come se il tecnico spagnolo si fosse già congedato. Anche lui doveva sapere che, sulla panchina azzurra, avrebbe dovuto cambiare le sue abitudini. A Napoli non avrebbe mai fatto il manager perché l’impostazione prevede che tutti debbano essere subordinati a De Laurentiis, il quale è lui a decidere tutto. E ormai ha deciso di non costruire una squadra di top player, di non fare grandi investimenti e un allenatore deve sapersi adattare al materiale umano che gli viene messo a disposizione. Ormai ogni anno che passa esce fuori la vera natura del presidente, quando le cose vanno bene si espone in prima linea con tweet e dichiarazioni, quando i risultati non arrivano si eclissa come se la questione non riguardasse la sua persona”. Più che i troppi impegni, un turn over sbagliato, un organico troppo corto, per il collega partenopeo il problema è a monte: “Non si è investito bene, è qui che, secondo me, gira tutto il discorso. Con giocatori migliori, il Napoli non avrebbe mai conquistato la miseria di quattro punti su quindici a disposizione. La coperta si è rivelata corta, perciò dico che il Napoli deve fare i conti con se stesso e con i suoi limiti. Spero che i rientri di Insigne e Zuniga possano rivelarsi due nuovi acquisiti dando più soluzioni al tecnico”.
Ci sono dei dati che fanno riflettere tantissimo. Il Napoli è tra le peggiori difese del campionato, hanno fatto meglio anche alcune squadre che lottano per salvarsi. C’è una differenza abissale di qualità tra i reparti, il collega Ascione argomenta benissimo questo punto: “La difesa è qualcosa di imbarazzante, subire gol su palla inattiva denota una impostazione decisamente carente e deficitaria. C’è uno squilibrio tra il reparto difensivo e quello offensivo che si nota subito. Il pacchetto arretrato poi è composto anche da singoli non sempre all’altezza della situazione, una squadra che voglia lottare per qualcosa di importante non può avere in rosa determinati giocatori. Il Napoli è tanta roba in attacco, non mi spiego come Benitez non abbia schierato Higuain a Verona, uno che vuole sempre giocare, galvanizzato dalla tripletta, avrebbe potuto vincere da solo la partita. I problemi si evidenziano quando c’è da difendere, e poi non mi convince neanche questo modulo che può portare risultati solo se si hanno dei campioni. Inoltre, esalta la fase offensiva ma, con i centrocampisti che ha il Napoli, si va inevitabilmente in affanno. Ci vorrebbero due Gargano visto che l’uruguaiano è l’unico in grado di sradicare palloni, un altro che sapeva farlo era Behrami ma si è deciso di mandarlo via e per me è stato un errore. Dico che ci vorrebbero più Gargano perché, tra i mediani in rosa, è l’unico capace di dare equilibrio in fase difensiva”.
Per il collega, gli azzurri non dovrebbero avere problemi in quel di Mosca, ma da questa squadra ci si può aspettare di tutto. Anche questo è un grosso limite, le squadre vere affrontano ogni gara con la fame di chi vuole imporsi e non solo in alcuni appuntamenti: “Il Napoli, se vuole veramente diventare una grande, deve entrare in campo sempre con la stessa mentalità. L’avrebbe dovuto fare a Palermo, a Torino, a Verona senza commettere errori marchiani e, in queste tre trasferte, la difesa è stata la solita, mentre ha steccato anche l’attacco, rimasto a secco. Eppure il Napoli è una squadra che gioca dalla cintola in su, mentre quando c’è da difendere sbanda paurosamente. Negli ultimi anni, è stato sbagliato tutto perché, allestendo un organico più competitivo senza le solite deficienze, sarebbero potute arrivare soddisfazioni più grandi. Il cammino in Europa League sta procedendo bene perché le urne hanno messo di fronte agli azzurri gli avversari migliori che potessero capitare. La Dinamo Mosca è una squadra troppo lenta per poter far male al Napoli, eppure era passata in vantaggio al San Paolo con un gol su palla inattiva. Anche in Russia, ciò che rassicura non è tanto il vantaggio dell’andata, perché con questa difesa subire due gol è un gioco da ragazzi per gli avversari, ma i limiti dei moscoviti. Il punto è che, quando il Napoli va in campo, non si sa mai cosa combina, oggi va bene e domani può andare male, è sempre un punto interrogativo. Rimpiango Mazzarri solo per un aspetto: per la grinta che riusciva ad infondere a chi era in campo. Quando ci sono giocatori motivati dal punto di vista agonistico è un’altra cosa perché, perdere lottando è un conto, perdere senza giocare, come è successo al Napoli nelle ultime trasferte, irrita particolarmente”. Adesso, però, ci si trova in un momento in cui non bisogna piangersi addosso ma c’è la necessità di ripartire. Bisogna provare a rialzarsi perché, oltre al campionato, c’è una finale di coppa Italia da conquistare, peraltro contro l’avversaria con cui ci si sta contendendo la terza piazza, e una Europa League che potrebbe aprire scenari stuzzicanti: “C’è tanto rammarico per questa stagione – ammette Ascione – perché si sono aperte delle possibilità che il Napoli non è riuscito a sfruttare. Già a settembre avevamo capito che il presidente non ha voluto costruire una squadra competitiva però, nonostante tutto, si poteva approfittare degli errori delle altre e manco quello è stato fatto. Cosa deve fare di più la Roma per perdere il secondo posto? Eppure si trova ancora lì, la Lazio ha capito di poter davvero spodestare i cugini giallorossi. Per il fatto di aver sprecato tutte queste opportunità, non credo neanche più al terzo posto. Mi ripeto, il Napoli poteva sia allungare sulle inseguitrici per la terza piazza che avvicinarsi se non superare la Roma, ora si ritrova quarto. Per quanto riguarda le coppe, c’è la possibilità di metterne in bacheca almeno una, certo la coppa Italia è molto più alla portata, mentre in Europa League dipende molto da chi ci si ritroverà di fronte”.
Il presidente pensa ai c….zi suoi ragazzi non ci illudo amo. Se non compri i campioni come maradona cari non andiamo fa nessuna parta anzi andiamo in retrocessione fidatevi. Delaurentis e un tirchio compra e mez calze come lui..