14 Marzo 2025
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Dai campanelli d’allarme all’emergenza. E’ un Napoli malato

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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata


Ci sono diversi dati da analizzare e non sono affatto confortanti. Che il Napoli non fosse maturo e non avesse personalità ormai era un dato oggettivo, e gli azzurri non hanno mai fatto alcunché per confutarlo. Macché. Prima il rendimento esterno era altissimo, mentre in casa non si era sempre impeccabili, ora è migliorato il rendimento interno ma in trasferta le si prende ovunque. Sono tre le trasferte consecutive perse dal Napoli, da Palermo, Torino a Verona, tre figuracce costate il terzo posto alla squadra. Eppure ci si era messi a otto punti dalla Lazio, ora i biancocelesti si trovano con tre lunghezze di vantaggio, ma che squadra è una che si fa soffiare tutti questi punti in poco tempo? Che squadra è? Be’, è un vero problema rispondere a questa domanda, semmai si possa rispondere. Dire che le coppe prosciughino troppe energie è una scusa che regge fino ad un certo punto perché, essere impegnati su tre fronti, comporta sicuramente un dispendio di energie non indifferente che si può pagare con un calo in campionato, ma non giustifica una serie di figure barbine. Un calo di brillantezza è fisiologico, ma questo non significa andare a rimediare figuracce a destra e a manca, così si vuole lottare per i vertici della classifica? Non scherziamo, non prendiamoci in giro. Non lo meritano soprattutto i tifosi. Non solo questo Napoli non è stato capace manco di avvicinarsi più di tanto ad una Roma in caduta libera e in crisi perenne, ma addirittura è stato disarcionato da una Lazio, reduce da cinque vittorie consecutive segnando dodici gol e subendone solo uno. Numeri impressionanti per una squadra che il Napoli ha battuto a domicilio e che ha rischiato di piegare anche nella gara di andata della semifinale di coppa Italia. Preoccupa tantissimo questa squadra che è stata presa a pallonate a Palermo, non ha giocato contro un Torino con il morale alto per l’impresa di Bilbao ma dalla condizione deficitaria subendo gol senza reagire, ha steccato anche a Verona, eppure dopo la doppietta di Toni c’era tutto il tempo di reagire. Qua non si tratta di non riuscire a fare il salto di qualità, a questa squadra manca completamente equilibrio, come si può pensare ad un salto di qualità se è ancora assente l’equilibrio? Una squadra che versa in simili condizioni non può essere annoverata tra quelle grandi a cui manca l’ultimo step per completarsi. Qui mancano le basi, si può dire, manca anche quella cattiveria calcistica che, nel giovedì di Europea League, avrebbe dovuto far segnare il quarto gol contro una Dinamo Mosca rintronata e in dieci uomini. Senza andare troppo per le lunghe, la domanda da porsi è questa: quali ambizioni può avere una squadra che quando va in vantaggio, anche di due gol e magari a meno di venti minuti dalla fine, si fa raggiungere (come è successo più volte) e che, quando si ritrova in svantaggio, non riesce quasi mai a reagire? Ormai si ha quest’idea del Napoli, da più di un anno e mezzo, prendersela solo con il timoniere è sbagliato, coinvolgerlo è doveroso.

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Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di www.footballweb.it

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