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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata
Però, che piedino! Davvero niente male quello di Fabian Ruiz, e il destro non è neanche il suo preferito. Era entrato in campo da poco alla Dacia Arena al posto dell’infortunato Verdi e il suo impatto con la gara è stato devastante. Ci ha pensato lui a sbloccarla, un gol importante in una di quelle trasferte per le quali, se il gol tarda ad arrivare, poi si può mettere male. Il Napoli già veniva da due vittorie consecutive in Friuli ma, proprio nella storia, non è stata mai una trasferta facile, tre anni fa addirittura tramontarono lì le speranze di scudetto. L’anno scorso, poi, fu una partita soffertissima, risolta solo dal gol di Jorginho sulla respinta di un rigore battuto in modo lento e impreciso stesso da lui. Stavolta Fabian Ruiz l’ha indirizzata sul binario partenopeo, non che non ci sia stata sofferenza, tutt’altro, c’è stata eccome, ma il Napoli l’ha saputa chiudere al momento giusto con il rigore trasformato da Mertens e la sentenza di Rog. Nonostante l’assenza di colui che finora è stato il trascinatore azzurro, Insigne, la squadra non ha avuto problemi in zona gol avendone segnati ben tre. Era importante vincere per mantenere il secondo posto, ma i tre punti di Udine si sono rivelati ancora più preziosi dopo il ko interno con la Roma e l’inopinato pari della Juve contro il Genoa.
Non s’è mai parlato di scudetto quest’anno, vuoi per l’evidente e inconfutabile forza della Vecchia Signora e vuoi per una rosa che, malgrado le rotazioni di Ancelotti, appare parimenti monca e incompleta, il discorso primato sembra chiuso in partenza, eppure il Napoli è lì, a quattro punti dalla capolista Juve, avendo avuto un calendario decisamente più impegnativo. La vetta non è lontana, in Champions si è primi nel girone, si può tranquillamente dire che Ancelotti, dall’alto della sua esperienza e della sua mentalità vincente, s’è insediato alla grande. L’unica macchia resta quella disastrosa trasferta di Genova contro la Samp alla terza giornata di campionato, sono soprattutto quelli i punti che mancano e che avrebbero reso la classifica ancora più intrigante. Per il resto, la sconfitta in casa della Juve ci può stare, anche perché non si è visto un Napoli arrendevole, mentre quella di Belgrado è stata caratterizzata da una massiccia dose di sfortuna e, purtroppo, anche di poca cattiveria in fase di finalizzazione. Questo Napoli sembra vittima di un paradosso: non gli mancano i gol ma pare che gli manchi un vero bomber, perché Mertens non è ancora ritornato quello di un anno e mezzo fa, mentre Milik, pur avendo indiscutibili qualità, non ha ancora dimostrato di essere un vero killer d’area di rigore.
A Udine, Ciro Mertens è andato a segno dagli undici metri, le altre due firme sono di due gregari di lusso, anche se in questo Napoli non sembrano essercene perché Ancelotti ci tiene che tutti siano sullo stesso piano. Fabian Ruiz sta iniziando a far vedere le immense qualità di cui è dotato e che avevano attirato su di lui gli interessamenti di alcuni top club, mentre Rog, avendo più spazio rispetto agli anni scorsi, può mostrare finalmente il suo valore e il gol in terra friulana, arrivato dopo pochi secondi dal suo ingresso in campo, accresce anche il suo livello di fiducia. Impiegare tutti gli elementi a disposizione a questo serve, succede che tutti possano ergersi a protagonisti e ne trae beneficio il collettivo. Solo Malcuit ha avuto bisogno di qualche settimana in più per integrarsi con i nuovi compagni, ma ora sembra che vi giochi insieme da una vita, anche ad Udine ha offerto una buonissima prestazione e un terzino destro con le sue caratteristiche sarà molto utile. Ora, archiviata con successo una trasferta complicatissima, il Napoli è atteso da due sfide che potranno risultare fondamentali per dare un indirizzo alla stagione: mercoledì si andrà a Parigi contro la fuoriserie dei Cavani, Neymar, Mbappè, dove anche uscire con un punto sarebbe oro colato, poi verrà al San Paolo una Roma ferita, successe anche lo scorso anno e l’epilogo fu decisamente amaro, bisognerà ricordarselo bene perché solo dando continuità alle vittorie si può sperare in una grande stagione.
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