14 Marzo 2025
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Milan: grande spirito di sacrifico, ma occhio ai facili entusiasmi

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Inzaghi e i suoi: il tecnico del Milan mira a risalire, puntando sullo spirito di gruppo.  (fonte foto: quotidiano.net)
Inzaghi e i suoi: il tecnico del Milan mira a risalire, puntando sullo spirito di gruppo.
(fonte foto: quotidiano.net)


Non erano brocchi, non sono diventati da scudetto.
Proprio in questi termini può essere stilato un riassunto sintetico (magari fin troppo) della situazione attuale del Milan. I rossoneri si sono lasciati alle spalle il brutto scivolone di Genova, battendo il Napoli, con una buona prestazione. Sugli scudi Menez, che ha approfittato delle amnesie (ultimamente ricorrenti) dei difensori partenopei, incuneandosi spesso e volentieri come un coltello nel burro. Sicuro e solido Diego Lopez tra i pali, come non si vedeva da un po’ a San Siro. Ottima prova anche per Bonaventura: il jolly di centrocampo di Inzaghi ha dimostrato di saper vestire qualsiasi ruolo in mediana, con un trasformismo degno del miglior Arturo Brachetti. Le note positive ci sono state e sono innegabili. Resta però labile il limite tra i meriti milanisti e i demeriti della banda Benitez. Più e più volte Armero ha dimostrato di non essere propriamente a suo agio nel ruolo di terzino di sinistra, non solo per qualche appoggio sbagliato di troppo, ma anche per essersi fatto trovare spesso fuori posizione. Restano a lui comunque i meriti per il cross sull’azione del 2-0. Buona, invece, l’intesa Mexes – Rami, con il granitico franco-marocchino puntuale nelle coperture, fermato solo da un problema al flessore della coscia destra, da valutare nelle prossime ore. Necessita di ulteriore minutaggio capitan Montolivo, apparso boccheggiante, dopo l’ora di gioco, ma ordinato negli appoggi e (finalmente) coraggioso nelle aperture di gioco. Le facce meno contente della serata di ieri al Meazza erano di certo quelle degli attaccanti in panchina. El Shaarawy sacrificato in nome di un maggiore equilibrio tattico, Pazzini ormai ospite fisso della panchina rossonera e Torres sempre più lontano dal campo (e probabilmente riceduto a gennaio). Inzaghi avrà poco tempo per godersi questa vittoria, all’orizzonte c’è già l’ultima partita prima della sosta. L’avversario si chiama Roma e richiederà la massima attenzione e concentrazione. Parola d’ordine: continuità, dunque. Per costruire certezze, per dare forma ai sogni, per renderli reali, a dispetto di ogni chimera.

Valerio Lauri
Twitter: @Val_CohenLauri

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Nato nella Nola di Giordano Bruno e cresciuto a pane e calcio. Amante della parola scritta, evasione dalle indigestioni di matematica e informatica universitarie. Appassionato di musica a 360 gradi e lettura, nostalgico ma teso alle novità.

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