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Se il Napoli ha perso contro la Juventus deve incolpare solo se stesso. Dopo un primo tempo ordinato e diligente, chiuso con un vantaggio importante e sicuramente non scandaloso, nella ripresa gli azzurri sono totalmente spariti dal campo. L’arbitro non sarà stato irreprensibile in alcune decisioni, sospetto il contatto in area su Albiol e sul capovolgimento di fronte Reina tocca la palla prima di travolgere Cuadrado, ma è pur vero che il Napoli non si è mai affacciato dalle parti di Neto, tant’è che era venuto il dubbio se a difendere i pali ci fosse realmente l’ex Fiorentina o Buffon. Imbarazzante la superiorità della Juve nel secondo tempo, il Napoli, con tutto il rispetto, sembrava il Pescara o il Crotone, si dirà: ma non si sapeva che i bianconeri fossero più forti? Sì, ma non dimentichiamo che l’anno scorso, quindi non un decennio fa, il Napoli ha chiuso il campionato alle spalle di Madama, ma davvero c’è tutta questa differenza di valori tra le due squadre? Allora veramente il campionato italiano è più mediocre di quanto si pensi, c’è una sola squadra e poi il nulla, non è sconfortante una considerazione simile? Il Napoli, tra l’altro, oltre ad essersi suicidato con le proprie mani allo Juventus Stadium, difetta proprio di concentrazione, perché regalare quel rigore su Dybala ad una manciata di secondi addirittura dall’inizio della seconda frazione? La Juventus aveva la forza di ribaltare lo svantaggio senza che fosse il Napoli a crearne le condizioni, loro già sono forti, agevolargli ulteriormente il compito è un eccesso di bon ton. Il Napoli è la tipica squadra che appena passa in vantaggio inizia a soffrire, ciò succede quando manca la mentalità vincente e la personalità. È successo a Madrid e poi a Torino, due umiliazioni cocenti in partite in cui bisognava dimostrare di essere cresciuti. Invece, non solo non si è cresciuti, ma si è fatto addirittura non si sa quanti passi indietro, solite amnesie, solita confusione, solita incapacità di reagire alle avversità. Ci si aspettava tanto dal Napoli in questa fase, ogni aspettativa è stata tradita da una squadra che è scesa in campo sempre impaurita e senza cazzimma. Avrà sbagliato modi e tempi, ma De Laurentiis, che ha tante responsabilità se la società presenta lacune imbarazzanti, di certo non ha torto se, dopo la gara del Bernabeu, dichiara senza remore che si è giocato senza cazzimma a parte Insigne, l’unico ad essersi distinto dallo scialbore generale. Si dirà, ma si giocava contro il Madrid, cosa di voleva di più? La questione non è il risultato, che per giunta lascia ancora aperto il discorso qualificazione, ma la prestazione che non è stata soddisfacente, si poteva perdere, nessuno pretendeva di andare lì a dettare legge, però, ci voleva maggiore cazzimma, appunto. Con l’Atalanta, poi, si fa fatica a trovare una spiegazione, gli azzurri non sono proprio scesi in campo, gli orobici hanno fatto ciò che volevano, anche con un uomo in meno, arrivando sempre prima sulla palla e lottando con più ardore anche nei contrasti. Certo, fa male ritrovarsi impotenti tra le proprie mura contro l’Atalanta quando si era coltivato il sogno di tenere testa al Real Madrid e alla Juventus. In poco tempo, stanno andando a monte tutti gli obiettivi, ma succederà sempre questo quando si accusano gli arbitri per le sconfitte senza vedere i propri limiti.
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