L’ingiustizia sportiva

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 Servizio di Gianni Pagnozzi@riproduzione riservata

Generalmente ho sempre mal sopportato chi ricorre al vittimismo e men che meno a chi lo fa per giustificare la propria incapacità, e ultimamente noto che anche la mia soglia di tolleranza verso chi ricorre in continuazione alla questione meridionale per fornire spiegazioni convincenti ad ogni fenomenologia contemporanea, si sta abbassando a valori preoccupanti. Fatto questo breve ma doveroso preambolo, vengo ai fatti, anzi al fatto, l’episodio che comunque finirà inevitabilmente per condizionare questo campionato, la squalifica di Higuain.

Premesso che il Napoli ha meritato la sconfitta per responsabilità enormi dell’allenatore, vuoi per scelte tecniche incomprensibili, come il far giocare sempre gli stessi titolari anche se stanchi perché reduci da impegni con le proprie nazionali e da trasvolate intercontinentali,ed anche per aver caricato di tensione con inutili polemiche su orari e posticipazione delle partite del Napoli rispetto ai bianconeri.

Se si avverte la necessità di formulare queste denunce è sempre consigliabile farle appena dopo la partita, non prima perché per chi scende in campo, c’è il rischio concreto che queste si trasformino psicologicamente più in un alibi che in una motivazione.

A chi continua a voler attribuire le colpe di tutto in un mercato insufficiente, invito a riflettere su quanti sono i calciatori che attualmente sono a disposizione nella rosa e che nonostante abbiano dimostrato in più di una occasione di non sfigurare, continuano a non trovare spazio sufficiente in questo Napoli targato Maurizio Sarri.

Siamo sicuri che nuovi acquisti, a meno che non si fossero chiamati Messi Ronaldo o al limite Neymar, avessero trovato spazio nelle scelte del tecnico?

Ritornando ad Pipita ed al fattaccio di Udine, trovo personalmente le 4 giornate di squalifica assolutamente esagerate dal momento che, colpito da tal Felipe a palla lontana che subito dopo simula una sceneggiata per aver ricevuto un colpo che nessuna telecamera immortala, protesta si in maniera veemente ed anche scomposta a quella che ritiene una ingiustizia ma senza mai minacciare l’arbitro ne cerca lui il contatto, come qualche suo collega ha dimostrato in precedenza passandola liscia. Possibile che chi ha dovuto esprimere il proprio giudizio su questo episodio non lo abbia visto? Possibile che la simulazione di Felipe non venga presa in alcuna considerazione? A questo punto si può anche essere più che convinti che l’unica motivazione di una sanzione cosi pesante e compromettente per il Napoli, sta tutta nel fatto che il destinatario si chiami Gonzalo Higuain.

I due pesi e le due misure sono adesso fin troppo evidenti, salvaguardare gli interessi del più forte economicamente fanno si che per qualcuno il regolamento viene applicato in un modo e per qualcun altro in maniera diametralmente opposta. Alla fine tali decisioni hanno il potere di spostare sistematicamente il risultato finale di un campionato e si rivelano determinanti.

La credibilità della nostra giustizia sportiva ed in particolare di un personaggio come il giudice Tosel, ripetutamente caduto nelle trappole tese da imitatori radiofonici in cui non ha mai brillato per acume e compostezza, era già ai minimi storici prima degli ultimi fatti. Serve una tempestiva presa di coscienza degli organi preposti e di una seria riorganizzazione , c’è il rischio concreto che tali episodi provochino disinteresse con conseguenti ricadute economiche per un calcio già malato e con stadi vuoti, e vadano ad alimentare anche la tanto temuta e più volte evocata “violenza” da parte di frange di facinorosi che non aspettano altro che una presunta ingiustizia per scaricare le proprie frustrazioni . Prima che qualche esimio professore in materia si affretti a definirmi “complottista” vorrei ricordare che episodi analoghi, in grado di condizionare una intera stagione sono già avvenuti, cito a memoria dei nomi poi fate voi, Turone, Ronaldo, Muntari… non ho buona memoria ma sono certo che ne sto dimenticando tanti, però guarda caso i beneficiari sono sempre gli stessi, possibile che c’è ancora chi crede alle favole?