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DI STEFANO SICA
Una lunga storia d’amore. Di quelle travolgenti, che lasciano il segno. Francesco Chietti torna a Pozzuoli e lo fa dalla porta principale. Undici anni dopo l’ultima annata in D, culminata nella retrocessione dopo il doppio spareggio col Castrovillari. Lui, in realtà, quell’amarezza riuscì ad evitarla, essendosi trasferito qualche mese prima ad Aversa, in C2. Categoria che aveva già assaporato coi granata dal 2000 al 2002, portando a termine quel biennio con 12 gol all’attivo. Una segmento della sua premiata carriera da attaccante geniale e cinico, iniziato nel 1999 con la squadra di Carmine Falso, che avrebbe stracciato il campionato di D ottenendo la promozione addirittura con quattro giornate di anticipo dopo il 2-0 rifilato alla Palmese. Nelle due gare precedenti, Chietti aveva steso con due doppiette Ebolitana e Paganese, arrivando poi a chiudere la stagione con sei reti totali. Era la corazzata di Tommaso Manzo, del puteolano doc Mario Terracciano, dei fratelli Giulio e Vincenzo Migliaccio, di un dirigente storico come Salvatore Dardano. A Terzigno e Cassino, arrivate seconde, restarono solo le briciole. Un giocattolo messo in piedi da uno dei più brillanti presidenti della storia granata, Attilio Cesarano. Sicuramente quello che, con Antonio Morra Greco e Fernando D’Auria è riuscito a muovere più di tutti le corde della passione granata nell’ultimo trentennio. Si ricomincia da qui, da una panchina prestigiosa con tutto il carico di responsabilità che questo inevitabilmente comporterà. Una scommessa che non può far paura a chi sette anni fa si è “battezzato” in una piazza come Cava de’ Tirreni. Nel frattempo una dedica ad un tifoso storico scomparso nel 2008, proprio all’inizio dell’ultima annata coi flegrei dell’ex bomber napoletano: Franco Serrapica, il fondatore del Club Cuore Granata. “Un uomo eccezionale, buono, genuino – il suo esordio -. C’era una stima reciproca straordinaria, un rapporto fertile e pulito. Ho pensato subito a lui appena l’accordo con la società è diventato formale”.

Come è maturata questa decisione?
“E’ stata una scelta di cuore, è vero. Ma non l’avrei mai presa se alla base fossero mancate le condizioni adatte e le persone giuste. Non avrei rispettato Pozzuoli, la sua storia e la sua tifoseria. Se sono qui, è perché so di poter lavorare con uomini affidabili. Il presidente Casapulla non è il male assoluto su cui scaricare colpe di ogni tipo, come vogliono far credere. Altrimenti, ripeto, oggi non sarei qui. Invece abbraccio questa avventura con tanto entusiasmo e con un senso di gratitudine eterno verso Pozzuoli. Ci tengo a questa maglia, a questa storia. E’ grazie alla Puteolana se sono riuscito a guadagnarmi i professionisti, a migliorarmi, a diventare più forte. Ora voglio ripetermi, anche se in un ruolo diverso. E concordo: le responsabilità, considerati i miei trascorsi qui, si amplificano. Ma sono pronto per affrontarle”.
Arriva in un momento in cui la luna di miele tra una parte della tifoseria e la società, sembra finita.
“Ribadisco un concetto. Io vorrei che tutto possa ricondursi alla normalità. E ad un’analisi più serena dei fatti. Sono consapevole che solo il tempo potrà aggiustare le cose, ma sono fiducioso. Di sicuro so di poter mediare in questa situazione, mi sento la persona giusta per farlo e per ricompattare l’ambiente. Chiedo fiducia alla città. Dobbiamo uscirne insieme, serve l’aiuto di tutti. Io ci metto intanto la mia faccia”.
In questo senso possono esserci novità societarie imminenti?
“Diciamo che si sta lavorando per rendere questa società più forte, partendo da chi già c’è attualmente. Smentisco il nome di Antonio Cristiano, mentre già è noto a tutti il profilo di alcuni nuovi ingressi tra cui quello di Angelo Sessa che è un professionista stimato nel suo settore. Ma anche l’impegno di altri uomini di calcio, come Checco Ingenito e Luca Porta, o i componenti del mio staff (Cosimo Sarli vice, Gennaro Dentice team manager, Dario Bruno preparatore atletico), stanno a significare che qui si vogliono fare le cose in modo serio”.
Abbiamo assistito nelle ultime ore ad un botta e risposta tra lei e il patron della Frattese, Adamo Guarino. C’è qualche precisazione da fare?
“Nessuna. Io ho detto solo la verità. Sono dati di fatto, verificabili, per quanto riguarda sia il mancato pagamento degli stipendi sia il fallimento del mio ex club, l’Internapoli. Semmai vorrei precisare che nel 1999 a Pozzuoli ci sono arrivato dopo lo svincolo: non c’è stata alcuna trattativa e non sono stato mai ceduto alla Puteolana”.
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