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DI STEFANO SICA
Fine dei sogni di gloria. O forse no, seppur con un sostanziale arretramento. Lo stop casalingo con l’Afro Napoli (il primo stagionale allo Ianniello) ridimensiona l’obiettivo promozione della Frattese, alimentato da una striscia positiva di sette vittorie e due pari e dal pareggio a reti bianche tra Afragolese e Puteolana che la settimana scorsa aveva trascinato i nerostellati a -5 dai flegrei, in testa al girone. Inspiegabile la prova della squadra di Grimaldi, un passo indietro pauroso rispetto alle prestazioni più recenti che ne avevano esaltato identità e autorità.
PRIMO STOP DAL 3 NOVEMBRE – La sconfitta in casa nerostellata mancava addirittura da due mesi e mezzo, quando proprio la Puteolana ebbe la meglio al Conte 3-1. A Cardito con l’Afragolese, paradossalmente dopo quattro vittorie consecutive e un pari, la vera svolta. In un’arena notoriamente difficile, fu quella per la Frattese una prova di forza e di sagacia tattica immensa, non culminata nei tre punti solo per una serie di dettagli. Autorevole la ripresa nerostellata, con tante chance create per passare e qualche parata decisiva del 2001 Pragliola. E’ in quel momento che la Frattese ha acquisito definitiva consapevolezza dei propri mezzi, chiudendo il cerchio di un lavoro tattico, di campo, durato molte settimane e che non è stato per nulla agevole per Grimaldi. La successiva doppietta di successi con Virtus Volla e Real Forio ha esaltato la capacità del gruppo, che già aveva aumentato la propria rapacità offensiva in termini realizzativi, di rendere facili anche quelle partite che avrebbero potuto nascondere insidie e pericoli. Approcci furiosi e gare chiuse in scioltezza già nel primo tempo, per poi essere gestite dopo l’intervallo senza patemi. Non era facile fare la voce grossa con avversari già strutturati per bel gioco, freschezza congenita e disciplina tattica (Volla) o altri che fanno del loro campo un fortino sempre difficile da espugnare (Forio).
VERSATILITA’ TATTICA – Peraltro Grimaldi ha potuto variare sistemi di gioco in maniera ugualmente soddisfacente, partendo da una direttrice di base (il 3-5-2) per testare in qualche circostanza anche il trequartista dietro le punte nell’ambito di una difesa a quattro. Anche in partita stessa, il tecnico nerostellato ha pensato di alternare moduli in corsa mostrando sempre una buona versatilità e un ottimo adattamento ai contesti del momento. Lo stesso Arario, libero di poter far esplodere estro e fantasia, è risultato utile anche come partner offensivo di Grezio. In questo senso, la Frattese ha condotto un mercato intelligente, non al ribasso come inizialmente si poteva immaginare. Affrancati quelli che volevano ritagliarsi maggiore spazio altrove, la società ha pensato di avvicendare due esterni di ruolo (Simonetti e Cafaro) con elementi in grado di assortirsi in più disegni tattici: Arario è un classico jolly offensivo, utile per più compiti offensivi, Rizzo, già tra i trascinatori del Sorrento nell’ultimo campionato vincente di Eccellenza, può svolgere tutti i ruoli di fascia oltre a sapersi disimpegnare da interno. Quella odierna è una Frattese camaleontica, che tuttavia – e ne è una testimonianza lo stesso gol preso allo scadere con una difesa molle e arrendevole – ha peccato di debolezza e apatia con l’Afro, autentica bestia nera dei nerostellati con tre vittorie e due pari negli unici cinque incontri ufficiali della loro storia (uno in Coppa campana nel 2017).
ARBITRAGGIO NEL MIRINO – Pure l’arbitro, in verità, ci ha messo del suo con una serie di decisioni tecniche non uniformi e, anche sotto l’aspetto disciplinare, frutto più di nervosismo e frenesia che di autorevolezza. Anche se, fortunatamente, i suoi errori non sono stati decisivi e non possono essere sollevati come comodi alibi. Fatto sta che alla Frattese manca un penalty solare per atterramento di Arario nel primo tempo, così come ha fatto discutere il secondo giallo a Fontanarosa per un fallo innocuo e certamente non cattivo sulla linea laterale all’altezza del centrocampo. L’imolese Sangiorgi si è addirittura premunito – dopo la chiusura della lunga trama afronapoletana – di sanzionare l’ex centrocampista del Sorrento lasciando la Frattese in 10 nel momento decisivo del match. Con Grimaldi allontanato dalla panchina per proteste, il pomeriggio negativo di Sangiorgi si è chiuso con un provvedimento comico che puniva Oliva per un retropassaggio al proprio portiere. Un tocco avvenuto con la coscia, quindi legittimo. Ha dovuto pensarci il secondo assistente a richiamare l’arbitro sulla retta via. Ecco perché la sua direzione di gara ha fatto storcere il naso a molti. Ma non c’è tempo per recriminare: oggi al Vigilante Varone di S. Antonio Abate (ore 14.30) Costanzo e compagni affronteranno il Real Poggiomarino, che prima della sconfitta esterna col Pomigliano (squadra rinata con la cura Roberto Carannante) aveva accumulato tre vittorie consecutive, tra cui proprio quella con l’Afro Napoli. Quanto basta per metterci la massima concentrazione, anche virtù della gara dello Ianniello che aveva presentato difficoltà notevoli prima che i nerostellati dilagassero. Mancheranno – oltre a mister Grimaldi, appiedato fino al 7 febbraio – Oliva e Fontanarosa, fermati dal Giudice Sportivo Territoriale per un turno. Formazione da ridisegnare per l’inserimento obbligatorio di un under tra i titolari: potrebbe debuttare dall’inizio il 2001 Vincenzo Varriale sulla corsia mancina, con un possibile dirottamento di Spavone al centro. O potrebbe essere semplicemente il 2000 Pappacoda a rilevare Fontanarosa in mediana. Si vedrà.
LA SILENZIOSA PROTESTA DEL CLUB NEROSTELLATO – Lo Ianniello come terra di mezzo in cui emozioni e passioni lasciano spazio a volte a tristezze e silenzi. Tra divieti, altolà e limitazioni, la storia si è ripetuta anche domenica scorsa. Come noto, in occasione del match tra Frattese e Afro Napoli erano assenti i tifosi ospiti per espresso divieto imposto dalla Prefettura di Napoli. Settore chiuso e a disposizione solo di stampa e staff ospite. Il dispositivo, firmato il 17 gennaio, parla di “rivalità tra le due tifoserie sfociata nella gara di andata in azioni violente”. Naturalmente chiunque conosce bene fatti, ambienti e circostanze, sa che si tratta di un falso clamoroso, di una motivazione priva di qualsiasi veridicità. Non solo non sussiste alcuna ostilità tra le rispettive tifoserie (l’Afro peraltro è sostenuta da piccolissime frange di appassionati antirazziste e non violente), ma va ricordato che qualche screzio accaduto al Vallefuoco nel match di andata, ha coinvolto esclusivamente singoli non riconducibili all’ambiente afropartenopeo. E’ singolare dover constatare ancora una volta che chi si occupa di pianificare l’ordine pubblico, o ne gestisce l’operatività, si affidi spesso a informazioni totalmente sballate e prive di fondamento, finendo per svolgere un’opera investigativa distorta e insufficiente. In un paese democratico ancorato a principi costituzionali solidi, sarebbe persino allarmante e dovrebbe rappresentare anche un motivo di preoccupazione. “E’ stata calpestata l’intelligenza delle persone”, ha tuonato a caldo il presidente Rocco D’Errico. E come dargli torto. La ciliegina sulla torta ce l’ha messa un’ulteriore disposizione che limitava ai soli residenti nel Comune di Frattamaggiore l’ingresso allo Ianniello. Ne è scaturito che molti tifosi, soprattutto del Club Nerostellato, hanno preferito non entrare in segno di solidarietà verso quegli appassionati residenti nei comuni limitrofi (tantissimi tra Frattaminore, Grumo Nevano, Crispano e persino Orta di Atella e Napoli). Un ulteriore schiaffo alla città che sollecita l’urgenza di avviare un tavolo tecnico permanente tra amministrazione comunale, società e Questura, magari con una rappresentanza di tifosi nerostellati e in stretto coordinamento con i Commissariati di altre realtà territoriali. Prevenire è meglio che curare, specie in previsione di altre sfide da disputare in casa tra cui quelle con Casoria e Afragolese. Subire un ulteriore divieto del tutto gratuito e svuotato di ogni credibilità, è stato troppo. Ed anche questo elemento ha finito per acuire le distanze tra la società e quella parte di tifoseria rappresentata dal Club Nerostellato che, evidentemente, chiede maggiori tutele e protezione e addebita alla dirigenza una posizione di debolezza in tutta questa vicenda. E’ chiaro che, nella fattispecie, è difficile riscontrare responsabilità specifiche nella Frattese, che ha dovuto ingoiare quest’ultimo dispositivo prefettizio in modo quasi inaspettato. Lo provano anche le irritazioni pubbliche di patron D’Errico e di qualche suo collaboratore. Vero è, però, che la società ha l’obbligo di tutelarsi per il futuro e di provare ad agire in modo preventivo. Un diritto per se stessa ma soprattutto un dovere verso i propri sostenitori. Questo passa solo attraverso opere di mediazione e di confronto con tutti gli attori in campo affinché si elimini qualsiasi percezione di fumus persecutionis e non si svilisca il prodotto calcio in città, che in questo modo corre il rischio di estinguersi per consunzione. E’ stato brutto vedere lo Ianniello semivuoto domenica, ma la decisione di ultras e Club Nerostellato di disertare il match – occupando in segno di protesta il piazzale antistante lo stadio – è stato un atto dovuto, responsabile, irreprensibile e certamente commovente. Lo hanno fatto con quella compostezza che li contraddistingue da sempre, per rimarcare un dissenso che non prescindesse mai da stile e signorilità. E’ stato anche un grido di allarme che non può passare inosservato. Perché determinati valori si coltivano sempre, anche se per farlo si paga un prezzo. E un dazio salato lo ha pagato anche la squadra, rimasta senza sostegno in una gara cruciale per questo campionato. Ma i risultati sportivi passano in secondo piano quando ad essere mortificata è una comunità intera. In questo senso, è stata febbrile l’attività del presidente del Club Nerostellato, Orazio Vitale, nel voler cercare tra domenica e lunedì un confronto con tutte le parti in causa per trovare sbocchi e soluzioni. Loro, oggi, a Sant’Antonio Abate ci saranno. Ma occorre rinnovare un patto tra tifoseria e società che oggi, per varie vicende, è sul punto di rottura. Ma questo sarà argomento di un prossimo approfondimento.
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