14 Marzo 2025
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Afragolese-Frattese a porte aperte, vince il compromesso

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DI STEFANO SICA

Si disputerà a porte aperte il match clou della penultima giornata d’andata in Eccellenza (girone A) tra Afragolese e Frattese, in programma domenica 15 dicembre (ore 11) al Papa di Cardito. Una notizia che era nell’aria già da diversi giorni e che ha avuto il crisma della formalità con la nota con cui il club nerostellato ha ufficializzato tempi e modalità per la vendita dei biglietti riservati ai tifosi ospiti. Saranno 80 i sostenitori frattesi ammessi alla sfida, e dovranno accedere tutti insieme al Papa con un bus speciale: una decisione che ha fatto storcere il naso a una parte della tifoseria per via dell’esiguità dei tagliandi messi a disposizione la cui quantità, evidentemente, non sarà in grado di soddisfare le tante richieste che arriveranno in settimana. Qualcuno diserterà in segno di protesta, altri non vorranno perdersi questo appuntamento. Facile, tuttavia, pensare che la decisione degli organi competenti di “limitare” l’accesso ai fan nerostellati abbia chiuso il cerchio di un compromesso che, da un lato, scongiurasse l’ennesima beffa delle porte chiuse per entrambe le tifoserie, da un altro garantisse una gestione dell’ordine pubblico più pratica e serena, anche per la contiguità delle due tribune del Papa che accoglieranno spettatori di casa e ospiti. Se si vuole, è già un piccolo passo verso la normalizzazione di un quadro che in passato ha mortificato troppe parti in causa. Non c’è stato bisogno di altri vertici risolutivi: è bastato quello tenutosi sabato presso la Questura di Napoli a cui hanno presenziato il Dg Pietro Cassandro per i rossoblù, e il dirigente Alessandro Ferro per i nerostellati.

POST CASORIA – Ha destato sconcerto, piuttosto, nell’entourage nerostellato l’ammenda di 100 euro con cui il club è stato sanzionato dopo lo scoppio di un petardo all’interno del settore riservato ai tifosi della Frattese in occasione del derby con il Casoria di 10 giorni fa. Nel dispositivo del Giudice sportivo territoriale, l’azione – con la conseguenza della temporanea sospensione del match – viene attribuita inopinatamente ai sostenitori ospiti. Un falso clamoroso, come abbiamo avuto modo di documentare più volte. Pubblico il rammarico di presidente e vice della Frattese, Rocco D’Errico e Antonio Lamberti, che hanno bollato questa vicenda come “vergognosa”. La beffa oltre il danno. La società potrebbe chiedere ora l’accesso agli atti per verificare cosa sia stato scritto nelle relazioni prodotte al Giudice e, soprattutto, chi ne sono gli artefici. Probabile che la decisione sia scaturita dal semplice referto dell’arbitro, Federico Di Benedetto della sezione di Novi Ligure. Ma si vedrà. Di sicuro non c’era la presenza di un commissario di campo e, in quei momenti, anche di un servizio d’ordine adeguato all’esterno del settore ospiti. Di Benedetto, preso dalle fasi della gara, non ha avuto forse l’opportunità di rendersi conto di quanto stava accadendo sugli spalti del San Mauro. Stesso dicasi per il secondo assistente. Da qui un rapporto, se vogliamo, “pilatesco”. Non è escluso che la Frattese possa proporre ricorso alla Corte sportiva d’Appello: in ballo, più che l’ammenda tout court, c’è una questione di dignità, di verità. In tutto questo va ribadito che il Casoria e la tifoseria viola sono totalmente estranee a qualsiasi atto scellerato, partorito semplicemente da cani sciolti di cui si avverte ancora oggi l’urgenza di stabilirne una identità. La Frattese, coi suoi tifosi, ha pagato soltanto una falla clamorosa della macchina organizzativa inerente alla gestione dell’ordine pubblico. Una pecca per la quale non ci si può voltare dall’altro lato.

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Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di Footballweb

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