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DI STEFANO SICA
E’ finita dopo due stagioni l’avventura di Anderson Rodney de Oliveira Babú all’Afro Napoli. Una pagina indimenticabile per il 38enne fuoriclasse brasiliano, che con la squadra multirazziale del presidente Antonio Gargiulo ha vissuto una seconda giovinezza tagliando prima lo storico traguardo della promozione in Eccellenza, e sfiorando poi l’accesso nei play-off al termine di un’annata da favola. La matricola terribile di Sasà Ambrosino – riconfermato in panchina – ha stupito tutti per spettacolo, sfrontatezza e organizzazione di gioco, cullando a lungo il sogno degli spareggi (svanito anche a causa dei tanti infortuni che hanno limitato nel tempo le scelte del trainer puteolano) e privando in definitiva la Frattese della serie D col pari esterno maturato allo Ianniello il 16 marzo. Tutto in nome di una progettualità iniziata diversi anni prima e arrivata lo scorso campionato al punto di massimo splendore. Babú lascia con tre gol all’attivo (vittime Virtus Volla, Frattese e Virtus Ottaviano), ma soprattutto con una ventina di assist che hanno fatto la felicità dei bomber afronapoletani più prolifici, Sogno e Dodo. Il futuro imminente dell’attaccante brasiliano è tracciato su un foglio bianco tutto da scrivere, dove non ci sono scadenze o dogmi granitici, ma una semplice e laconica indicazione terapeutica: continuare a giocare e farlo divertendosi, senza programmi o prescrizioni particolari. Il miglior biglietto da visita è una forma fisica invidiabile e una capacità prestazionale di altissimo livello che a dicembre aveva stuzzicato anche le attenzioni del Giugliano: i gialloblù avrebbero fatto carte false per portarlo subito alla corte di Antonio De Stefano, prima che l’Afro decidesse di blindarlo per puntare con decisione ai play-off. Insomma, anche quest’anno Ambrosino ha potuto contare sul valore aggiunto dell’esterno, impiegato naturalmente a destra nel 4-3-3 di fabbrica. Ma ora è il momento di guardare avanti, e qualcosa in tal senso comincia a muoversi, come garantisce l’ex Lecce e Salernitana ai nostri microfoni. “Ci sono stati dei contatti con club di Eccellenza e qualcuno di D in queste settimane – ci confida -. Sento tanta fiducia nei miei confronti e la voglia di rientrare è immensa. Ho ancora molto entusiasmo e tantissimo da dare. Per questo non vedo l’ora di abbracciare una nuova avventura. Vedremo a breve che succederà”.
Resterà un’annata memorabile anche per la tua partecipazione alla Football Legends Cup di scena lo scorso marzo in Cina, dove hai rappresentato la nazionale delle vecchie glorie brasiliane.
“Un’emozione indescrivibile. Noi avevamo gente del calibro di Julio Cesar e Rivaldo, con l’Italia c’erano Totti e Zambrotta, con la Spagna Mendieta, con la Francia Candela, Pirès o Giuly. E’ stato un evento molto riuscito, peraltro organizzato dalle stesse persone che avevano ideato la Notte dei Re con lo stesso Totti. Due anni fa avevo partecipato ad Operazione Nostalgia a Nardò, un match che pure aveva radunato tantissime vecchie glorie. Ho avuto modo di respirare di nuovo quei bei ricordi della serie A, ritrovando tanti ex compagni e avversari. E’ stato un momento di grande socializzazione, unico nella sua esclusività. Ecco, di nostalgia pura. Allo stesso modo, anche in Cina mi sono divertito moltissimo. Sono orgoglioso di essere testimone di un calcio diverso, che anche tecnicamente presentava valori diversi”.
A Lecce e Salerno hai lasciato due pezzi di cuore: ma i cammini delle due squadre sono stati ben diversi tra loro.
“Il Lecce ha meritato la promozione per la qualità del gioco che ha mostrato. Vanno fatti i complimenti a Liverani, hanno svolto un percorso positivo dove i risultati sono stati la diretta conseguenza di una certa organizzazione di gioco. Discorso opposto per la Salernitana: la squadra spesso non ha giocato bene e si è trovata, anche se in modo imprevisto, in difficoltà. Le parole di Lotito? Le ho lette. Salerno è una piazza passionale, che chiede tanto ma dà anche tanto. Ovviamente non conosco le problematiche ambientali di cui si parla, ma quella granata è una tifoseria favolosa e che merita tantissimo: viverla da vicino è stata per me una fortuna. E io nel mio piccolo credo di averle regalato qualche soddisfazione”.
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